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Aggiornato: 2 ottobre 2025


E Giacomo Nani, l'ordinatore delle nuove milizie paesane in battaglioni regolari vestiti ancora della fiammante divisa degli Oltremarini, avrebbe eguagliato per certo la fama di Bartolomeo d'Alviano, se il popolo veneto che vide cadere la Repubblica come un lògoro e vecchio castello di carte da giuoco davanti alla furia di Napoleone Buonaparte, fosse stato pari in vigore e tenacia al popolo della Lega di Cambrai.

È un fatto storico, che non può mettersi in dubbio. Garibaldi si avanzava colle sue truppe; le milizie pontificie avevano pugnato contro quelle in regolari combattimenti. Or bene, il movimento di Roma non era altro che un episodio, o una conseguenza, se vuolsi, di quella medesima guerra. Si combatteva dentro e di fuori di Roma, ma per la stessa causa, in nome dei medesimi principii.

Ma il vantaggio delle milizie paesane non era solo d'indole economica cosa per certo non disprezzabile tenuto conto delle angustie finanziarie in cui versava la Serenissima verso la sua fine ma anche di natura morale. Lo schietto spirito di regionalit

Messer Fredi lasciata a lui la sorella, tornò in basso per conferire col padre suo, venutovi ad appostare le milizie che volle qui molte a difesa d’un sito il più minacciato.

La processione non passò sotto le finestre dell’abate. Di tratto in tratto una specie di movimento irregolare correva lungo le file, come se la schiera antesignana incontrasse un ostacolo. E n’era causa il contrasto tra il crocifero della Confraternita e il luogotenente delle milizie, i quali ambedue avevano ricevuto il comando di seguire un itinerario diverso. Poichè il luogotenente non poteva usar violenza senza commetter sacrilegio, vinse il crocifero. I congregati esultavano; il comandante generale ardeva d’ira; il popolo s’empiva di curiosit

Il triste spettacolo delle province d'oltremare in rovina, senza difesa, senza cannoni, senza milizie, l'imagine delle residenze dei rappresentanti della Repubblica sul punto di crollare; dei picchetti di Oltremarini usciti fuori delle caserme per cercare miglior sicurezza e riparo sotto le tende, presso le rive di quel mare che fu gi

Il quale nel 1122, assediando la cittá di Tiro in Soria, mancatogli soldo per pagare e sue milizie, scrivono battesse monete di cuoio, con le quali soddisfece loro de' stipendi, con promessa di restituire moneta buona in luogo di quella, subito che di Venezia fosse giunto soccorso, il che puntualmente fu eseguito; ed egli in tal modo salvò l'esercito, vinse i nemici, espugnò la cittá e promosse la grandezza e la gloria della patria, alla quale ritornò trionfante: onde a memoria del fatto egli e i suoi posteri aggiunsero i bisanti, o sia monete, all'antica impresa di loro nobilissima prosapia, caricandone le sbarre azzurre e d'argento, che prima portavano.

Sol dopo un poco il Guazzalotri riprese a parlare; e frattanto per una lettera che pervenivagli, annunziava con compiacenza l’arrivo a Firenze d’una parte delle milizie straniere.

I compagni di Talarico, a lui devotissimi, si aggregarono pure alle liberali milizie, e l'Italia acquistò cinque campioni, che ne valevan ben dieci per valore e massime per la loro pratica del continente meridionale della penisola. Egli alludeva all'assassinio premeditato e non riuscito a Palermo contro il Dittatore.

Erano le milizie del Comune di Bologna, il cui territorio avendo quei giovani violato entrandovi armati, quel capitano ingiunse loro l’ordine di seguirle.

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