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Ci si consenta di tornare un poco indietro per osservare che la soppressione dei Gesuiti aiutò lo sviluppo dello insegnamento privato. Tra le scuole più note d’allora ce n’era una nel quartiere di Ballarò. Nel giorno che inaugurossi la nuova Biblioteca senatoriale (25 apr. 1775), il Vicerè volle entrare nella vicina chiesa di S. Michele Arcangelo per ricevere la benedizione. «Quivi fecero una vaga, deliziosa mostra li scolarelli di G. B. Romano, pedante, prete, che teneva scuola presso la detta chiesa, quali vestiti da soldati con armi e bandiere, formando uno squadrone di battaglia, fecero corte ed onore al Principe: e la banda degli strumentisti di questa truppa di ragazzetti accrebbe il brio e lo spirito di questa festa»⁴³². Immaginiamo la gioia del p. Romano a questa funzione militare, e come dev’essere stato felice quando il Vicerè Marcantonio Colonna gli avr

Michele era sempre ritto al suo posto, con le braccia incrociate sul petto, come Napoleone il grande. Il Ceretti quella volta non tornò all'assalto. Aveva avuto il suo resto; tutto indolenzito e pesto com'era, non aveva più forza di muoversi. Michele! disse allora la fanciulla con aria di rimprovero al domestico, avete fatto assai male. Male, io, padroncina? La non m'entra.

La fanciulla è orfana; Michele è il vecchio compagno d'armi del padre di colui che la deve sposare. O non è forse Vossignoria, lo sposo? No; anch'io non sono altro che un amico di casa. To', ed io avrei giurato che fosse Lei!

Un altro dotto, Michele Barbi, sventò tali censure e con la virtù della sua dialettica, n'ebbe facil vittoria.

In questa guisa era stato chiamato Michele Garaventa al cospetto della gentile brigata. Il poveretto era confuso, fuori di ; quando si vide in mezzo a quei signori, sentì mancarsi qualcosa di sotto, che ben non sapeva se fosse la terra, o le gambe.

E che cosa vogliono mangiare? chiese il tavoleggiante. Il meglio della mostra, rispose il Bello, se pure c'è qualche cosa che non sia dell'altra settimana. Oh, qui c'è tutto buono, signor Garasso; e tutto fresco di giornata. Sentiamo; disse Michele, leggici la Gazzetta dello stomaco.

Appena ci fu tra lei e l'innamorato lo spessore d'un tramezzo, il nostro Michele, lesto come un giuocoliere di piazza, si cavò, anzi fece saltarsi le scarpe da' piedi, e girata delicatamente la maniglia di quell'uscio che aveva poco prima accennato, lo aperse e disparve nel vano. Argomentate lo stupore della signora Marianna, quando tornò al suo stiratoio, e più non vide Michele.

Michele rispose trovarsene parecchie, ma esserne poco pratico. Sant'Aubert, non volendo viaggiare se non fino al tramonto, domandò il nome di vari casali vicini, ed informossi del tempo cui impiegherebbero a giugnervi.

Che? disse il legnaiuolo. Siete il suo servitore? Pasquale non aveva mai pensato che quell'uomo così lindamente vestito da vecchio militare in ritiro, col suo cappello di feltro e il topazio alla cravatta, potesse essere un servitore; Michele, dal canto suo, non aveva avuto bisogno occasione di dirglielo.

Garasso, sentite una cosa! disse Michele. Oramai vi ho conosciuto; e chi ardir