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Aggiornato: 2 giugno 2025
Nello stesso momento da lunge, nella gran calma del meriggio ormai gi
Finalmente, poco dopo il meriggio, appena fornite dodici leghe di cammino da che aveva lasciata la costa, vide aprirsi davanti a’ suoi occhi una gran valle, e nel centro di quella valle apparire una lunga lista di terreni coltivati.
Poi si mise pe ’l viale, da prima con passi rapidi; giunse al cancello tutto abbracciato dalle piante e dai fiori; sostò, per guardarsi in dietro: aprì. Dinanzi a lei la campagna si stendeva deserta sotto il meriggio. Le case di Penti in lontananza biancheggiavano su l’azzurro del cielo, con un campanile, con una cupola, con due o tre pini.
Un dì venuto verso il meriggio alla pianticella, di l
Erano le cinque dopo il meriggio, quando egli giunse a Fiumalbo, e salutò la petrosa balza del Cimone, tinta di rosso dai raggi obliqui del sole, che andava a nascondersi dietro l'Alpe di San Pellegrino. Capitolo II. I re della montagna. Il Monte Cimone, alle cui falde era confinato il conte Gino Malatesti, è la più alta vetta dell'Appennino centrale.
Il Comitato Viterbese per la festa avea fissato un programma che stabiliva: dopo il meriggio i lavori fossero sospesi, la gioventù in abito di gala si riunisse sulla piazza della Cattedrale con nastro tricolore al braccio sinistro, di l
La Sera indiana. Oh! certo le case invecchiarono di centomila anni, dopo il chiaro meriggio che con serici raggi carezzò loro le guance! Le case invecchiaron da un'ora, ed eccole curve sotto un fardello di tenebre. Han facce dure, mummificate!
Non si potea per essa conoscer la paura. Appena circondata dall'acqua amara e pura, Era nel suo elemento; e quando poi serena E allegra uscìa dai flutti, simile a una sirena, Il suo bel corpo bianco destava meraviglia. Pareva il mar sua culla, ella del mar la figlia; Del vasto oceano ignoto ognor sentiasi amica Ed ignorava ancora che fosse la fatica. Con le braccia sublimi qual di marmo animato L'Ellesponto ella pure avrìa attraversato Senza paura ed anco senza desir d'amore! E spesso nella calma estiva e verso l'ore Pesanti del meriggio, scotendosi le goccie, Usciva tutta gaia, e in sulle ardenti roccie Si coricava offrendo del sole ai caldi baci Le giovanili forme innocenti e procaci. L
La carovana partì da Versaglia quel giorno medesimo, 6 ottobre 1789, al tocco dopo il meriggio. Si racconta che, passando per una galleria del palazzo, davanti ad un ritratto di Carlo I d'Inghilterra, Luigi dicesse, quasi divinando il futuro: «Il mio destino sar
Il lettore può dunque argomentare come fosse gran meraviglia per tutta la gente di casa, veder giungere un dì, verso le due dopo il meriggio, la signora Perrotti, inamidata, impettita, colla piuma bianca sul cappellino, e un gran galano sotto il mento, per visitare l'inferma.
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