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La battaglia poteva esser finita; Garibaldi col centro, la sinistra e la riserva, costretto a rifugiarsi verso Monterotondo; Mentana e la destra accerchiate e rese prigioniere, se non trafitte a fil di spada od a punta di baionetta.

Intanto gli alleati non avevano potuto penetrare in Mentana e quella notte abbastanza fredda dovettero dormire alla serena e quantunque vincitori farci umilmente anticamera.

Dagli stornelli passammo alle ardenti canzoni ed agli inni: la Rondinella di Mentana, l'inno di Garibaldi, la Marsigliese... Era la voce dell'Umanit

A Monte Rotondo era più visibile che a Mentana il pauroso eccitamento dei paesi devastati dalla guerra; questa infatti ha solo 500 abitanti appena; quello 1300.

Che gusto schiaffeggiare un'eroe di Mentana, sputare in faccia a un difensore del papa!.. E come se ne andò scorbacchiato e confuso!... Traballava come un briaco e non si azzardava ad alzar gli occhi. Noi eravamo rimasti padroni del campo: in cinque avevamo messo in fuga una ventina di moblots. Che bella vittoria!

Giovanna, nella sua vita non avea mai sognato di possedere tanto coraggio quanto ne dimostrò in quella sera. Essa dopo d'aver avvisato Vigo del pericolo del suo Bajaicò, non lo lasciò più d'un passo, ed il martire di Mentana sotto la di lei guida, potè giungere sul luogo del supplizio colla celerit

Ma intanto ch'egli perdeva il sangue a Bezzecca e il credito d'uomo serio a Mentana, anche la stella del duca d'Eleda cominciava ad offuscarsi. Prospero, per dire il vero, non era mai stato un uomo di serio valore. Ebbe solo un qualche momento di notoriet

I volontari, male armati, indeboliti dalla fame e dal freddo alcuni eran ragazzi di 15 o 17 anni si batterono con eroico valore, colla picca, la spada, la baionetta; ma furono sloggiati dalle loro posizioni dal reggimento di Zuavi. Si gettarono sotto le mura della Vigna Santucci di fronte a Mentana, ed anche di dovettero ritrarsi.

A lui certo in quegli istanti ricorreva la memoria della famosa ritirata da Roma dopo la difesa leggendaria, quando il 4 luglio del 1849 si era con un pugno di valorosi indomiti e colla sua intrepida Anita accampato qui in Monterotondo ed in Mentana per traversare inarrivabile e fra nemici ad ogni passo i gioghi degli Apennini verso Venezia ancora eroica in armi, e coll'occhio della mente in spasimo avr

Mosto ferito gravemente a Monterotondo, fu men felice di Uziel il prodissimo della colonna Genovese che vi morì da forte ed ebbe quindi la fortuna di non sorvivere alla sventura di Mentana.