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Aggiornato: 26 giugno 2025
Due o trecento bocche accompagnarono in coro il bizzarro ritornello della scherzosa canzone. La melodia era adorabile: essa zampillava, scintillava, spingeva le gambe alla danza, a bocca al canto. Non si potè più restar quieti.
(comincia a convellersi nei fianchi frementi, nelle braccia alquanto aperte in su, e i convellimenti procaci seguono il ritmo morboso della melodia. Ma súbito l'inquietudine torna a serpeggiarle in tutta la persona. Il suo volto diviene sofferente. Il ritmo si spezzetta. La melodia si affioca. Le muore in gola. Ella rist
«Pure v'è luce più viva del sole, pure v'è melodia malinconica; v'è Cristo... Cristo co' fulmini che gli corruscano nella mano terribile... Un confessore, Rinaldo, un confessore...»
e come ambo le luci mi dipinse il quale e il quanto de la viva stella che la` su` vince come qua giu` vinse, per entro il cielo scese una facella, formata in cerchio a guisa di corona, e cinsela e girossi intorno ad ella. Qualunque melodia piu` dolce suona qua giu` e piu` a se' l'anima tira, parrebbe nube che squarciata tona,
Gli ultimi portavano un cataletto, mentre a coro in lugubre melodia, cantavano il Miserere: cantavano le esequie, portavano la bara per uno che era sano tuttavia.
Il Manuel d’erotologie de Forberg descrive tutte queste sozzure con una eccessiva ricerca di dettagli; ed in esso si trova la famosa domanda di Smepronia ad un suo amico: «Che melodia vuoi che ti suoni su questo flauto?»
Le voci chiare delle ceramelle modulavano la melodia ingenua e indimenticabile su l'accompagnamento delle cornamuse. Va anche tu alla Novena io le dissi. Resto io qui. Da quanto tempo s'è addormentato? Ora. Va, va dunque alla Novena. Gli occhi le brillarono. Vado? Sì. Resto io qui.
Ora Melodia, sentendo parlare di morte, interviene dominando la conversazione: In guerra, non ebbi mai la paura di morire. Son sicuro che non l'avrò neanche nella prossima battaglia. Però, la conosco... La provai lontano dal fronte, in condizioni veramente eccezionali. Ero all'ospedale di Torino, un anno fa, per la mia ferita. Gi
Che farò senza Euridice? In quella luce dorata e tepida, in quel profumo così molle, in mezzo a tutti quegli oggetti improntati di grazia femminile, il fantasma della melodia antica pareva svegliare il palpito d'una vita segreta, spandere l'ombra d'un non so che mistero. Com'è bella l'aria che tu cantavi dianzi! io dissi, obbedendo all'impulso che mi veniva dalla inquietudine.
Era un motivo triste triste; una dolce melodia che pareva il lamento di un cuore gonfio d'amore.... Era la canzone di Weber. E le note, quelle meste note abituate ad echeggiare in quella stanza, sorgevano, sorgevano con una espressione straziante che non pareva più appartenere a questa vita. Sul principio la voce fu lieve, un filo di voce, come venisse da lontano, come partisse da sotto terra.
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