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Aggiornato: 21 giugno 2025


La reazione trionfante in tutta l'Europa si ricordava appena di lui per chiedere sbadatamente se lo avessero fucilato, il popolo l'abbandonava, Mazzini l'astro del suo pensiero era scomparso o si era spento, Roma si stordiva d'incenso e di scampanio, i tedeschi stavano per uccidere Venezia, Genova più infelice era stata riconquistata dai Piemontesi.

Cantasirena parlava di Mazzini, di Cattaneo, di Tito Speri.... A ognuno di quei nomi il Casalbara si tirava su impettito, e salutava con un cenno del capo, coll'aria di essere quasi della famiglia; e anche Nora diventava seria, attenta.

Al Guerrazzi, bella gloria di Toscana, ed orgoglio delle lettere italiane, è interdetto di passar la frontiera. A Mazzini, che era sguizzato nell'impero del barone Ricasoli come una biscia, è data la caccia dai carabinieri; ed il formidabile barone gli promette che, se per avventura cadr

Non sono cospiratore, ma pensatore. Ciò che per voi è una combinazione politica, per me è un assioma psicologico. Ciò che voi credete, perchè Mazzini ve lo afferma, è per me una legge eterna della coscienza umana.

Il Mazzini aveva sperato che i deputati dell'estrema sinistra, indignati d'un atto che era violazione della legge fondamentale e dell'onore della Nazione, si sarebbero ritirati come Trasea da un Senato irreparabilmente servile e corrotto; ma fu disingannato; chè anzi il loro capo, Francesco Crispi, improvvisamente convertito, inalberava, in una lettera al Mazzini, una nuova bandiera col motto: la monarchia ci unisce, la repubblica ci divide.

Viva Mazzini! No, viva la comune! Viva Garibaldi e la rivoluzione sociale! Viva Garibaldi!

Questa, poi, doveva esser cominciata simultaneamente in più luoghi della penisola, a Genova, a Livorno, a Napoli, e fors'anco altrove. In Genova aveva da venire il Mazzini in persona, e venne diffatti. In Livorno, i volenterosi di quella citt

¹ Per questo G. Mazzini giova ricordarlo scriveva, nel programma della Roma del Popolo : «Noi possiamo, senza timore di prestare armi al nemico, dichiarare le religioni espressione successiva delle serie di Epoche educatrici del genere umano; e riconoscere eterna nell'anima la facolt

Salvatore Grita appartiene a questa categoria. La lettera che egli scrive all'onorevole Imbriani, a proposito della sua interpellanza pel monumento nazionale al Mazzini, è un capolavoro di 75 pagine che onorerebbe qualunque scrittore di grido. È eccessiva? Violenta? Impertinente? Aggressiva? È quale appunto lo scrittore l'ha voluta. Ma che logica stringente! Ma che mordente sarcasmo!

Quella lettera ferì gravemente il cuore di Garibaldi. La coincidenza di quelle parole col contemporaneo decreto, che investiva Pallavicino dei supremi poteri dello Stato, avrebbe potuto suscitar dubbii che Garibaldi voleva dissipati. Volle veder Mazzini per potersi spiegare con lui, e Mazzini venne a Caserta la sera del 4 ottobre.

Parola Del Giorno

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