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Mistress Grown salutò profondamente, come qualcuno che si rassegna a cosa che gli spiace, ed uscì per andare in cerca della figliuola. Due minuti dopo, la conduceva Maud della mano. Lo straniero si nascose infatti dietro il pergolato.

Ancora? ancora? gridò il principe. Maud, non ritornare giammai più su codesto. Io non sarei sempre padrone della mia ragione. Non chiudete l'orecchio a questo ultimo grido dell'anima mia. Io ò bisogno di dimenticare. Io ò la volont

Mistress Grown guardò fra i due occhi il suo interlocutore, per provar di rendersi conto del senso intimo dell'interrogazione. Poi, dopo un istante di silenzio, rispose secco, secco: Maud, milord. Potreste farla venir qui e parlarle, madama? E che dovrei io dirle, milord, se me lo permettete? obbiettò mistress Grown, di meglio in meglio stupita.

Quando però la crisi si calmò, e' si ritrasse, onde non umiliarlo di sua presenza al ritorno dei sensi. Egli entrò nel gabinetto vicino, per sortire, e si fermò sulla soglia. E' vide Maud a ginocchio, che pregava, suffusa, annegata nelle lacrime, gli occhi rivolti al cielo. Il conte non seppe dominare la sua commozione.

Il giovane forestiero, che restava senza fiatare dietro la spalliera di liane, gli occhi inchiodati sulla fanciulla, le orecchie tese, si fece avanti di un tratto. A quell'apparizione inaspettata, Maud si turbò. Divenne di bracia, bassò lo sguardo, si ritirò di un passo indietro. Lo straniero s'avanzò di un'aria grave verso le due donne e le salutò.

Ogni notte, nelle sue interminabili insonnie, suffuse di lagrime, ella dicevasi: Domani parlerò! Infatti, la dimane arrivava; Maud aggiustavasi per quanto bella poteva; sforzavasi di risuscitare il sorriso sulle labbra diciannovenne, ed andava a picchiar all'uscio del principe. Abitualmente, non era ricevuta. Ma, una volta sopra dieci, l'inesorabile Russo l'ammetteva alla sua presenza.

La sua fronte, pura, solcavasi di rughe intralciate. Solo la sua bocca, ardente di febbre, pareva bruttata di sangue. Egli pure era attaccato da consunzione. Ma questa malattia, che abbelliva Maud dandole il diafano dei serafini della Chiesa, difformava il principe. E' trasudava la tisi dell'anima! La vista di quella ruina turbava la ragione di Maud. Ella attribuivaselo.

Io ò terminato i miei diciassette anni, madama soggiunse Maud con abbandono ed alcuno non è venuto. Voi disperate, allora?

E si soggiunse, principessa, per colmo d'informazioni infallibili, che voi morite di dolore e di disperazione, e che io, vostro medico, ò delle grandi inquietudini sullo stato dal vostro spirito. Ma ciò l'è infame! gridò Maud. Dottore, bisognerebbe far smentire codeste stolidezze.

Maud ebbe un brivido che non sfuggì agli occhi dei conte Alessandro. Io sono stato or ora mandato via continuò egli E se voi vi andaste, cognatina, avreste la stessa sorte. Me ne sono informato. Io non vi andrò, no gridò Maud, di una voce che denunziava il terrore. Maud non aveva parlato mai di suo marito con suo cognato.