Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 29 giugno 2025
Ai primi bagliori del mattino, suor Teresa spense la lucernetta e si fece a la finestra di fondo, che il medico aveva ordinato fosse sempre aperta per lasciar entrare liberamente l'aria marina. Dal mare fumava un tenue vapore bianco che si andava inalzando in forme capricciose nella luce rosea e si perdeva nel vuoto. Su l'orizzonte, la luna e le ultime stelle, svanivano nella luce mattinale.
Oraziu solo, poi Anna e Saru (rimasto solo tentenna il capo con laido ghigno di amara soddisfazione e di acre veleno; poi si accosta pian piano alla finestra e l'apre, per respirare l'aria del mattino ormai chiaro. La beve a pieni polmoni, passandosi la mano sulla fronte e sui capelli, come per rinfrancarsi al refrigerio della frescura mattinale). Ah, bella jurnata ha' a essiri, chista, ppi mia!... (sospira di soddisfazione, poi si sporge a guardare sulla strada e, poco dopo, arretra istintivamente, turbato, si frega le mani, come non vedesse l'ora di venire alla prova, si accosta all'uscio e, come se parlasse ad Anna). Allucc
Dal terrazzo, vestito, tutto pronto, cavando l'orologio nella penombra della luna tramontata e del giorno che sorgeva, vidi aprirsi una ad una le case dei contadini. Nell'albergo dormivano ancora. Pure, sapendo che col treno delle sei e mezzo aspettavo mia moglie, si alzarono. Mi nascosi, vergognandomi di farmi vedere così premuroso. Ma dalla finestra vedevo sempre la stazione, che s'era svegliata anche lei. Sotto la porta un facchino si stirava le braccia. Uscii, non ne potevo più. Nel crepuscolo mattinale la serva scopava, in basso, la stanza da pranzo. Le dissi che andavo a passeggiare. Sorrise. Non capii quel sorriso. Ero inebetito. Come l'ora si appressava, cresceva in me la sicurezza che non sarebbe venuta. Non viene, non viene mormoravo. Me ne andai sulla via maestra, parallela alla via ferroviaria. Andavo incontro al treno, come un pazzo, come un bambino. Poi la via maestra faceva, un gomito; tornai indietro, alla stazione. Presi una tazza di caffè, poi un wermouth nel piccolo caffè, parlai col padrone. Era l'alba, ma grigia. Forse il sole non sarebbe uscito, forse ella non sarebbe venuta. Anzi era certo che non veniva. Aspettavo per scrupolo di coscienza, quasi per dovere. Avrei potuto andarmene perchè non veniva. D'un tratto un debole fischio, un suono di campanella, mi precipito fuori, in tempo per vedere un treno nero, bagnato d'umidit
Si lasciarono silenziosi. Nell'aperta pianura, Laura aveva lanciato il suo cavallo al galoppo, lieta di quello affrettato movimento che la rianimava, lieta del venticello mattinale che le agitava i capelli, facendo svolazzare il velo azzurro del suo cappello, lieta di quella indipendenza quasi maschile, di quella libert
Dal terrazzo, vestito, tutto pronto, cavando l'orologio nella penombra della luna tramontata e del giorno che sorgeva, vidi aprirsi una ad una le case dei contadini. Nell'albergo, dormivano ancora. Pure, sapendo che col treno delle sei e mezzo aspettavo mia moglie, si alzarono. Mi nascosi, vergognandomi di farmi vedere così premuroso. Ma dalla finestra, vedevo sempre la stazione, che s'era svegliata anche lei. Sotto la porta, un facchino si stirava le braccia. Uscii, non ne potevo più. Nel crepuscolo mattinale la serva spazzava, in basso, la stanza da pranzo. Le dissi che andavo a passeggiare. Sorrise. Non capii quel sorriso. Ero inebetito. Come l'ora si appressava, cresceva in me la sicurezza che non sarebbe venuta. Non viene, non viene mormoravo. Me ne andai sulla via maestra, parallela alla via ferroviaria. Andavo incontro al treno, come un pazzo, come un bambino. Poi la via maestra faceva un gomito; tornai indietro, alla stazione. Presi una tazza di caffè, poi un vermouth nel piccolo caffè, parlai col padrone. Era l'alba, ma grigia. Forse il sole non sarebbe uscito, forse essa non sarebbe venuta. Anzi era certo che non veniva. Aspettavo per scrupolo di coscienza, quasi per dovere. Avrei potuto andarmene, perchè non veniva. D'un tratto odo un debole fischio, un suono di campanella, mi precipito fuori, in tempo per vedere un treno nero, bagnato d'umidit
Consegnammo le nostre valigie al sergente dei carabinieri, raccomandandogli di portarle a Monte Rotondo, ove la brigata doveva soffermarsi qualche giorno per completarsi di nuove reclute, e riorganizzarsi. E subito, profittando della frescura mattinale, liberi e lieti come due capriuoli, uscimmo da Spoleto, e in marcia!
Fittissime regnavano le tenebre, chè prossima non era ancora la luce mattinale di quel dì ventun agosto 1531, allorchè una fiaccola brillò all'improvviso sull'alto della torre del Forte; subito dopo l'apparizione di tal lume partì un colpo di bombarda dalle batterie delle Case del Marasciallo poste a piè del Castello.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca