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Aggiornato: 21 luglio 2025


E si alzava di scatto e andava a posar la fronte contro i cristalli freddi della finestra. Quel giorno le disse: Sai chi ho trovato oggi in salotto, dalla mamma? Duccio Massenti... Ah! fece Nicla, reprimendo un moto di sorpresa. È molto antipatico, osservò Bruno. Mi ricordo ch'egli ti ha offesa, e non hai voluto mai dirmene la ragione. Non è vero! esclamò Nicla impaurita. Non mi ha offesa.

Sua madre menava ancora in lungo la storia di Duccio Massenti, e ne formava a poco a poco un pettegolezzo. Suo padre andava esortando la fanciulla a confessare il segreto scoperto. E tanto più l'uno e l'altra s'impuntavano nella loro idea, in quanto Duccio non aveva scritto parola, non aveva dato segno alcuno di vita.

Non appena ella ebbe varcata la soglia, Maurizio e Carlotta ripresero a discutere. Il padre era d'opinione che la cosa si sarebbe accomodata; certo, il conte Massenti avrebbe scritto per ringraziare dell'ospitalit

Bruno ingoiò una tazza di , sogguardando il conte, fattosi canuto precocemente ma sempre mellifluo, con un sorriso dolciastro sulle labbra. Il giovane sentiva in lui l'ipocrisia. S'alzò, s'inchinò e se ne andò. Duccio Massenti! Aveva un vecchio conto da saldare; ricordava bene ch'egli aveva offesa Nicla in altri tempi; non sapeva come, non sapeva perchè, ma l'aveva offesa.

Nicla sorrise senza rispondere, e col fazzoletto fe' cenno alla lancia di avvicinarsi. Sai? riprese Bruno, trovando per un attimo un poco di gaiezza. Ho fatto cacciar di casa Duccio Massenti.... Non ischerzi? esclamò Nicla stupefatta. Non ischerzo. Ho raccontato alla mamma qualche cosa, la gita in barca, la nostra conoscenza di dodici anni or sono.

Come dire che Duccio Massenti era l'amante di Clara Dolores? Con qual diritto svelava ella l'intimo segreto d'una donna che non era stata per lei se non gentile? Chi l'assicurava che sua madre, facile a chiacchierare, non avrebbe portato attorno la colpa di Clara Dolores per farsi compiangere, come gi

Duccio Massenti parve subitamente curioso. Conosce il fanciullo, signorina? domandò. E allora anche la contessa, forse? No, rispose Nicla. Finora non l'ho che intravista; la vedo passare ogni mattina col fanciullo e un gran cane di Terranova. Purchè tutto vada a finir bene! osservò il cavaliere Maurizio, e questo non ci procuri la conoscenza di suo padre!

La signora benedetta, rispose il Salapolli, non aveva previsto però, e nessuno poteva prevederlo, che Duccio Massenti sarebbe stato anche un imbecille; perchè nulla giova meglio a un libro e a un autore che le polemiche, le ingiurie e le accuse. Bruno alzò le spalle.

Dopo quel colloquio, Clara Dolores non parlò più a suo figlio di letteratura; ma Bruno s'accorse che Duccio Massenti era scomparso. A qualunque ora egli salisse da sua madre, a tutti i ricevimenti, a tutti i pranzi, a tutte le gite di piacere, non gli avveniva mai d'incontrar Duccio Massenti. Bruno pensò che sua madre lo avesse messo alla porta, dopo una spiegazione; e non era lontano dal vero.

Le avevan messo accosto da qualche tempo il giovane Duccio Massenti, trovato al ballo d'una famiglia amica. Aveva ventisei anni, possedeva una discreta fortuna, portava il titolo di conte. Non era brutto, bello; di figura media, coi capelli chiari, gli occhi castani, il mento ornato da una piccola barba a punta, mancava d'una espressione decisa e significante; ma era gentile e compito.

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