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E la mamma è rimasta molto colpita da quell'episodio. Non so che cosa sia avvenuto poi; ma Duccio Massenti non si vede più.... Te ne sei fatto un nemico mortale! osservò Nicla. Mi duole che tu mi dica questo; dovevo dunque temerlo e accoglierlo, per non avere il suo odio? Hai ragione! disse Nicla. Tu non hai paura. Diresse la lancia verso la riva, per discendere presso la villa Carlotta.

Fu distratta in quei giorni anche dall'arrivo improvviso del conte Duccio Massenti. Veniva dalla Svizzera, era sceso egli pure all'albergo Bellevue, e s'era tosto recato a far visita alla famiglia Dossena.

Che cosa voglio? ella ripetè, deponendo la tazza sulla sottocoppa. Chiedimi piuttosto che cosa non voglio. Non voglio il matrimonio, per ora almeno, col conte Duccio Massenti. È troppo presto: non lo conosco. Sfido io! esclamò con un largo gesto la signora Carlotta. Se lo mandi lontano, ogni volta che cerca avvicinarsi, il poveretto!...

Mi vuole troppo bene, e l'amore gli deve essere scappato fuori dagli occhi. L'indomani il conte Duccio Massenti chiese alla signora Carlotta il permesso di fare con Nicla una gita sul lago. Egli aveva pronta la lancia dell'albergo con due rematori. Sarebbe ripartito la sera medesima per la Svizzera, e prima di allontanarsi desiderava rubar finalmente un'ora alla selvatica abitatrice dei boschi.

Conduceva nello stesso tempo due intrighi, l'avventura piacevole e il matrimonio solido. Clara Dolores non aveva colpa alcuna. Libera, mal conosciuta e abbandonata dal conte Fabiano, aveva disposto del suo cuore come più le era piaciuto, certo con l'illusione di trovare in Duccio Massenti l'uomo fedele e degno.