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Aggiornato: 1 giugno 2025
Mario Filelfo, istorico di quella guerra per conto di casa Carretta, racconta che addì 24 di maggio, essendo gi
Ma Mario non sentiva nulla e tutto felice di aver terminato per quell'anno la scuola, diceva ai suoi libri: Miei cari amici, ora vi vado a mettere al sicuro, e finchè durano le vacanze non turberò il vostro riposo. E andava avanti correndo, urtando la gente come se fosse il padrone della citt
L'atmosfera di Arpino è impregnata di memorie di Mario e di Cicerone. Qui ci si trova in una delle sorgenti della storia; qui si visitano, con la stessa soddisfazione che reca nell'ordine fisico la loro ricerca, le fonti modeste, da cui ebbero origine i grandi fiumi che diffondono nel loro corso la fertilit
Mario s'era posto a disegnare colla matita in mano e l'album aperto, ma dopo due o tre tentativi inutili per copiare il paesaggio si contentò di fare la caricatura di Carlo che fuggiva inseguito da un vitello perdendo lungo la via il paniere della colazione, e disse: È inutile, io non sarò altro che un pittore caricaturista. Chi sa che cosa diverrai! disse Damiati.
La sua presenza mi ricorda troppo la tua vita passata e mi pare che lei possa rimetterti in relazione con tutta quella gente che t’ha rovinata. Clelia Mario Clelia È cominciata benino, sai; ma poi..., ahimè!, ho sprecato fiato e tempo. Mario Sentiamo com’è cominciata. Clelia Mario Delle Tocos! Clelia (con solennit
O Mario, che valsero i tuoi trionfi contro i Cimbri e i Teutoni, e che cosa valsero quelli del tuo fiero avversario Silla contro Mitridate? Andate perpetuamente maledetti, però che voi foste la rovina di Roma.
Arpino è uno di questi punti e nel discendere da quell'altura mi tornava in mente il passo di Valerio Massimo, in cui è riassunta concisamente, ma esattamente, la natura e la vita di Mario.
Tu hai capito che voglio dire dell'ingegnere Del Pozzo; il conte Anton Mario Del Pozzo; il quale, per certo, è venuto a la festa per un riguardo verso pap
Servio e Mario e Ventidio l'hanno mostro al tempo antico, e il re Luigi al nostro: 3 il re Luigi, suocero del figlio del duca mio; che rotto a Santo Albino, e giunto al suo nimico ne l'artiglio, a restar senza capo fu vicino. Scorse di questo anco maggior periglio, non molto inanzi, il gran Matia Corvino. Poi l'un, de' Franchi passato quel punto, l'altro al regno degli Ungari fu assunto.
(sempre più tremebonda, con voce soffocata) Mario... Mario, non battermi, non farmi del male..., non sputarmi in faccia,... non dirmi niente.... Ti spiegherò tutto,... ti spiegherò tutto... Ora non so parlarti.... Ti scriverò.... Sii ragionevole.... Piet
Parola Del Giorno
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