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Aggiornato: 3 luglio 2025


Ricorrete a monsignor Taverna governatore di Roma, od anche, se avete danari molti e senno poco, al clarissimo avvocato signor Prospero Farinaccio, che farebbe a mangiar con l'interesse. Ahimè! non ho danari.... Veramente senza danari vi potreste volgere ai colossi di Monte Cavallo con maggior profitto....

Prima era stata la signora Carlotta la quale aveva letto che per conservarsi arzilli e svelti bisognava mangiar molto; e tutt'e due mangiavano molto, fin che potevano, e a tutte le ore. Poi il commendator Maurizio aveva letto che il segreto della longevit

DON FLAMINIO. Leccardo mio, come io so medicar i tuoi dolori, cosí vorrei che medicassi i miei! LECCARDO. Non dubitar, ché quando toglio una impresa, piú tosto muoio che la lascio. DON FLAMINIO. Vieni a mangiar meco questa mattina. LECCARDO. Non posso: ho promesso ad altri. DON FLAMINIO. Eh, vieni. LECCARDO. Eh, no. DON FLAMINIO. Fa' ora a mio modo, ch'una volta io farò a tuo modo.

Così, se non li potranno mangiar tutti, li venderanno e prenderanno dei soldi! Pensate, riprese la mamma, che bisogner

Domenico, a una cert'ora, contando che nessuno s'accorgesse della mancanza di lui, se ne era andato a mangiar e bere con alcuni compagni all'osteria del Falcone, tenuta dalla grossa Elisabetta, di cui egli spasimava. E fra il bere, il corteggiare, il ridere, si era trattenuto più che non disegnava. Ecco perchè correva a quel modo. In fatti, gi

TEDESCO. Alla , non capere altre gente: tutto star pieno de passaggieri. LARDONE. Dateci almen da mangiar, per amor de Dio. TEDESCO. per amor delle diable. LARDONE. Respondete almeno. PEDANTE. L'uscio che ci ha serrato nel volto risponde per lui. PEDANTE. Questo incontro m'ave acceso una face arsibile intorno al core, perché per mio solo dedecore m'ha serrato l'uscio sul volto.

Che ch'io ti vo' levare il ruzzo dal capo, se te ne viene... Oh vedete la signorina che fa la suscettiva!... pitocca che tu sei!... Non so perchè non ti mando su due piedi a mangiar polenta e patate nel tuo nido di montagna.

MASTICA. Io ti voglio esser servo o che ti piaccia o no: se ben m'uccideste, per l'affezion che vi porto non potrei stare di non venire a casa vostra e mangiarmi in tavola vostra un pasticcio caldo caldo. TRASILOGO. Un malanno arai tu caldo caldo! SQUADRA. A te dice, Mastica. MASTICA. A tutti dui rispondo io, che ve lo cedo. TRASILOGO. Fa' che non venghi piú a mangiar con me. MASTICA. Perché?

TRASIMACO. E quando veniva a mangiar meco, ho fatto come son solito di far a' miei squadroni: il pan a monti, i buoi a quarti, i capretti a squadre, il vino a botti: e se butta piú in casa mia, che non se ne vede in quelle de' gran signori. PARDO. Ben bene.

Per combinazione o con intento due degli ufficiali del papa, prigionieri galanti come lo sono generalmente quella classe di gente, che altro non hanno al mondo da fare, che mangiar bene, bever meglio, e passare il resto in seduzioni, anche fosse delle undici mila vergini, la di cui castit

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