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Aggiornato: 12 maggio 2025
Per quanto io abbia stima di questo vecchio onorato, rispose il conte, pur non credo d'aver nulla perduto, che quando uno ha fermo il suo partito, le esortazioni sono inutili, e quand'uno ha in animo di far l'opposto, altro che parole ci vogliono, caro Manfredo. Dunque che cosa avete stabilito? Nulla che tu non sappia per verit
Che? gli domandò Manfredo percosso da quelle parole e fermando il cavallo, d'onde il sai tu? Stanotte, eccellentissimo signore, fu davvero una notte d'inferno. So che fu appiccato fuoco. Nell'ora che tutta la citt
Ci fu qualche momento di silenzio e d'esitazione, ma infine, troppo rincrescendo al Manfredo ch'ella si amareggiasse stimandosi mal accolta: Non vi avrei gi
O giovinette che, atterrite, chiudete le sconfortanti pagine, e sostando a considerare il pieno tramonto del primo affetto di Manfredo, che a voi fu esibito quasi vaso di elezione, vi assale il dubbio non sieno per rompersi così le promesse di amore eterno che, ai di tepenti, in sull'ora dei leni crepuscoli, negli opachi recessi degli orti casalinghi, vi ha fatto il tenero giovinetto, prima, unica segreta gioja della vergine anima vostra, e vi rivolgete a me adirate, imprecanti, perchè, improvvido, vi abbia dischiuso gli sconsolanti segreti; per carit
In tutti que' suoi moti e que' suoi atteggiamenti c'era qualche cosa d'indefinibile che molto somigliava ai moti d'istinto delle belve. La porta finalmente si aprì; egli vi gettò lo sguardo avido.... vide e tremò.... tremò; tanto la vista di Manfredo gli mise un sussulto, un orgasmo insolito in tutte le fibre, e fu a un punto di gettarsegli contro come per farlo in brani.
D'altra parte noi abbiam dovuto toccare di questo banchetto, e perchè fu in quell'occasione che l'Elia Corvino parlò a chi doveva parlare, e per dare un'idea del modo con cui il nostro Manfredo era uso a passare in quell'anno la sua vita a Roma, Venendo a lui gl'inviti da tutte le parti mal suo grado ora costretto intervenire alle feste, alle mense, ai giuochi, alle villeggiature, alle caccie e a tutti codesti passatempi della vita.
Come questo si trovò nella camera, le voci dei giovani si udivano ancora nella contrada abbastanza alte, e in ultimo quella di Pierino da Sesto. Odi tu costoro? disse Manfredo al servo. Li odo benissimo. Senti questa voce? è quella del pittore Pierin da Sesto, che tu devi conoscere. Lo conosco di fatto.
Manfredo si chinò, e prima di pronunciar parola depose un bacio, com'era costume, sulla bianca mano della duchessa. Ho assai piacere in vedervi, gli disse allora questa, con quel suo fare disimpacciato e pronto e cortese, e giacchè siam qui balestrati da una medesima procella, attenderemo così a confortarci l'un l'altro.
Ora è bisogno di tutta la tua fermezza, disse a Manfredo stringendogli il braccio; bada che un gesto, una parola, un sospiro, ti potrebbero tradire. State tranquillo, gli rispose Manfredo, posso essere infelice, non stolto. L'ho voluto io, e comprendo che la dev'essere così. Non state dunque in nessun timore per me.... Ma sar
L'indole altiera di Manfredo, che aveva comprese troppo bene quelle parole, rimase così colpita e piagata, come se gli fosse avvenuta qualche sventura, e Luigi gli diventò così odioso, che ad arrovesciargli l'animo non v'era cosa più pronta che nominargli quel re. Ma l'anno 1512 fu per lui ben più terribilmente memorabile.
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