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Aggiornato: 26 giugno 2025


Il malato con un bianco berretto da notte in capo, col petto scoverto, si lasciava tastare. Lo riconobbi subito. Era l'ercole di Giffuni. Ma sa che ho pensato a lei tante volte da che sono qua dentro? Mi dia la mano almeno: ora non glie la lascio più come quella sera, si ricorda? Mi avr

No.... no.... lasciatemi in pace, bisbigliò il malato; ma voltandosi col capo per fuggire da Cantasirena, incontrò lo sguardo tenero, affascinante, il sorriso di Nora, e rimase beato, incantato a guardarla.

Chérie? Sei più tranquillo, ora? . Vuoi ascoltarmi? Puoi? , . Tu sei malato, Paolo: tu dicevi il vero, ieri: sei molto malato. Molto, molto, molto diss'egli, con un'insistenza di voce e di espressione, guardandola coi suoi occhi smarriti. Vuoi tentare di guarire? Vuoi? gli domandò lei, con la sua voce cantante e seduttrice. Oh non è possibile, non è possibile! Tentare, soltanto?

Il medico Bonnivet aveva raccomandato il maggior silenzio possibile affine di conciliare qualche sonno al malato, e perchè il fracasso esterno non gli provocasse un sussulto di convulsione, aveva fatto chiuder tutte le porte.

Tanto meglio. Siete voi una volgare civetta, Chérie? Non so... non mi pare. Sono civetta molto, questo è certo. Io vi domandavo un po' di cuore, mia cara! Malato? Come me lo volete dare. Un pochino, mi basta. Tutto, sarebbe troppo, è vero? e lo guardò negli occhi, volendoli scrutare. Quello che tu vuoi, cara esclamò lui, un po' follemente.

I poveri malati dell'ospedale avevano quasi terrore di questo medico distratto e non senza ragione. Un giorno, visita il malato giacente al letto N. 12 e borbotta: Un vescicante baster

Ma egli si sentiva malato, molto malato.... Mai il suo spirito era stato così pesante, così vuoto di volont

Il malato non conobbe nessuno, i poveri parenti non videro che una faccia cadaverica, coperta da un sudore viscido, con un respiro affannoso, che era il solo segnale di vita che gli restava. La Beppina cadde su quel sordido pagliericcio, perdendo i sensi, ed anche la povera madre stava per venir meno.

Sono caduto il giorno tre di questo mese nel pomeriggio. La giornata era fosca. Grosse nuvole oscillavano nel cielo sotto la pressione di un vento troppo alto per essere sentito. L'aria, ancora più calda che umida, bagnava tutte le piante come di un sudore malato. Nella caduta non ero solo, ma fortunatamente fui solo ad azzoppirmi. Ed ecco come avvenne.

«Il mio povero malato si crucciò tutta notte, vegliò angosciato pensando al suo giovane amico. Io dormivo nella sua camera stesa sopra un sof

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