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Aggiornato: 31 maggio 2025
Una sera era tornato dalla scuola eccitatissimo per le belle cose che aveva vedute nelle botteghe dei pasticcieri e dei salumai; era più chiacchierino del solito, e redigeva un menu di pranzo per Natale, in cui entravano un gran maiale intero con dei fiocchi rossi sul muso e sulla coda, un pasticcio fatto come il Duomo, e tutte le sontuosit
Lo scacco subito, i commentari ingiuriosi che ne seguirono e circolarono, ferirono al vivo il principe di Lavandall. Visse a Roma un anno, senza vedere un'anima, tranne papa Gregorio XVI che era un maiale e che lo ricevè una volta ed andò a visitarlo due, nella di lui villa vicino Albano. Il papa vi pranzò anzi, perchè Gregorio amava desinar bene, ed in casa Lavandall si faceva lauta mensa.
Non c'è più che il maiale con un pezzaccio di legno scavato malamente in fondo.
I suoi soldati un dì sorpresi da lui su l'atto di rubare un maiale senza turbarsi gli dissero seriamente: «Generale, lo rubavamo per voi.» E il Rusca non meno seriamente rispose: «io non ho bisogno che alcuno rubi per me.» Che sia benedetto! almeno non si nascondeva, all'opposto lo bandiva da se; di vero trovandosi a mensa con parecchi ufficiali ecco arrivare il fattorino della posta con lettere per parecchi fra loro; chiestasi e data scambievolmente licenza le lessero e trovarono come Napoleone desse ad ognuno o pensione annua, o dono; anche il Rusca ebbe la lettera e ci trovò lodi molte, e quattrini punti di che seco lui dolendosi i commilitoni egli gl'interruppe dicendo: «Ma no, signori, lo imperatore ha operato da quel savio uomo ch'egli è; ei sa benissimo che il fatto mio lo so fare da me!»
Ebbene, bisognerebbe presentare a monsignore un partner dei suoi piaceri di un altro stampo. Ah! se avessi una sgualdrinella parigina sotto la mano! Lo farei marciare il vecchio maiale, veh! Ma non parliamo più di ciò! Quanto a voi, ve lo ripeto, sono impotente. Pas d'argent, pas de saucisses! soggiunse egli ridendo. Lo so. Una chiave d'oro, è la sola chiave che apre tutte le porte qui.
Quando furono sulla via, Balena che era rimasto un po' indietro, fu udito dire; come i pasticcini fossero fatti col grasso di maiale e non col burro, cosa nocevole alla sua gola delicata! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Un disguido costato meno caro di quanto poteva.
Il cocchiere usciva prudentemente dal suo nascondiglio, andava a chiamare il figlio del padrone, e lo conduceva a vedere lo spettacolo del cugino sdraiato in terra come un maiale.
Ed avrebbero meglio ricevuti dei bisanti, dei fiaschi di Orvieto e delle lacche di maiale! interrompe una voce chioccia dal fondo della sala.
Alle sette il pranzo è pronto e la mensa sorride alla nostra fame di vincitori nel cucinone odoroso di maiale ben condito. La sera è fresca e si chiude volentieri le finestre contro la risacca sinistra di puzzi ammoniacali. Nel vapore stuzzicante di un monumentale minestrone io dico a Raby e a Volpe: Si manger
Bisognava dunque provvedere.... Basta, prenderebbe ad imprestito segretamente la somma necessaria sul fondo e sulla casa. Intanto si confortava col consolo che uno alla volta gli facevano gl'intimi: caffè, latte, biscotti la mattina; brodi, galline lesse, arrosti di maiale, dolci il mezzogiorno; ova, e intingoletti la sera.
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