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Aggiornato: 14 giugno 2025


GERASTO. O capo rosso o verde che sia, moglie, ti prego che m'ascolti, e vedrai che non t'ho offeso come stimi. SANTINA. Tu, vecchio fradicio.... GERASTO. So che vuoi dire: traditore, infame, manigoldo, e pur ancora. Hai ragione! Ascolta, che d'oggi innanzi cessaranno le discordie fra noi mentre vivremo. Ascolta, moglie mia cara....

ESSANDRO. Non son còlto dal fango o dalla vil feccia del populazzo, come tu dici; ch'io son genovese. E se ben devrei tacer la famiglia per non macchiar lo splendor di tanta nobiltá con la mia mattezza, pur vo' scoprirlati. Son di Fregosi. NEPITA. Perché in questo abito? che util cavi di questa pazzia? ESSANDRO. Lo saprai, se m'ascolti.

«Bene così» ripigliava il maggiore, «ma conviene che tu m'ascolti sul da farsi prima di far giocare il ferro».

"Da più d'un anno sto qui aspettando che don Fernando mi renda giustizia e m'ascolti, come aveva promesso anche a Voi. Tutti ottengono da lui, di dovunque arrivino; checchè gli propongano, son tutti ascoltati: più ancora se nemici miei, o da lui avuti per tali. Di me non si fa caso; anche qui tutti mi sfuggono, come fossi un lebbroso. Pensate a questo, Voi che avete visto il mio arrivo a Barcellona. Ora io vi sto mallevadore che non è uomo vile il quale non pensi d'oltraggiarmi. Se io avessi rubate le Indie per darle a Portoghesi, come una volta si sospettò indegnamente, quando la tempesta mi gittò nel ritorno alle rive del Tago, non potrebbero in Ispagna dimostrarmi nimicizia maggiore. Chi ciò crederebbe d'un paese, dove fu sempre tanta generosit

99 Poi se ne ritornò verso il pagano, e disse: Odi, Gradasso; io voglio farte, e tu m'ascolti, manifesto e piano ch'io venni alla marina a ritrovarte: e poi ti sosterrò con l'arme in mano, che t'avrò detto il vero in ogni parte; e sempre che tu dica mentirai, ch'alla cavalleria mancass'io mai.

Mi pare, seguitò l'altro, che non le sieno cose da ridere. Io ho della premura per lei; e però le parlo col cuore in mano, come a un amico. C'è una persona, m'ascolti bene, c'è una persona.... e anche questa non la voglio nominare... che si pigliò a male quella combriccola da sagrestia, tenendola come un'offesa fatta espressamente a lui.

LELIA. Se m'ascolti, io tel dirò; e, a questo modo, intenderai quanta sia la disgrazia mia e la cagion per ch'io vada in questo abito fuor del monistero e quel ch'io voglio che in questa cosa tu faccia. Ma tirati piú in qua: ché, se alcun passasse, non mi conoscesse, per vedermi ragionar con teco. CLEMENZIA. Tu mi fai consumare. Di' presto, ch'io morrò disperata. Oimè!

Quanto piú dura a scoprirsi questo tuo amore tanto piú goderai. Dove ti volgi? parli meco e non m'ascolti, tu miri alla fenestra sua, non sei ancor sazio di mirarla? Su su, partiamoci. LAMPRIDIO. Or ora. MASTICA. Togliti i tuoi danari, che vo' far quanto ho detto. LAMPRIDIO. Lasciami salutarla; non la vedi per i buchi della gelosia? MASTICA. Come puoi tu veder tanto?

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