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Aggiornato: 14 giugno 2025
125 Se non ti par questo partito buono, te ne do un altro, e ricusar nol dei (disse a Zerbin Marfisa): che s'io sono vinto da te, m'abbia a restar costei; ma s'io te vinco, a forza te la dono. Dunque provian chi de' star senza lei: se perdi, converr
Tu sei il Boccadoro; disse di rimando Ariberti. A me rincresce soltanto d'una cosa... E quale? Che il diavolo m'abbia giuntato. Scambio di farmi vivere una vita nuova; m'ha fatto perdere il tempo a riviver la vecchia.
Tu non dubiteresti mai che quella cialtrona m'abbia gittato l'altra sera un candeliere alla testa! Bah! una testa di vescovo è oliata! il liquido della lampada non vi fa macchia. Se il re non fosse lì, io ti darei del mio piede tu sai dove. Io riceverei con riconoscenza codesto segno d'amicizia di Vostra Eccellenza Reverendissima.
Figuratevi che appunto questa mattina, uno dei più stupendi cavalli di razza che io m'abbia veduti, è proprio andato a fratturarsi le gambe in un burrone a dieci passi dal paese! Io l'ho comprato da un villano pel valore della pelle e della carne. Fosse il mio morello! esclamò il visconte vivamente commosso. Mantello bruno... Una stella bianca sulla fronte...
Senonchè il cognato, il padre Anacleto, la stessa Bianca le furono attorno, e ingegnandosi di trattenerla, questa diceva: «O zia, Don Marco se n'è andato da sè..., io gli dissi che farò quello che mio padre vuole, ed egli rimase contento che il Signore m'abbia illuminata....
L'amara novella che mi hai data mi ha riempito di dolore e di melanconia. Io era per iscrivere a te, a Pagani, al povero Arese per annunciarvi il mio ritorno a Parigi, e per chiedere di voi tutti. Non puoi credere quanto m'abbia colpito l'annuncio della grave malattia del nostro Arese. La speranza che tu conservi, rianima la mia; ma le circostanze che tocchi, la indeboliscono pur troppo (In questo passo si vede gi
All'improvviso scorsi d'innanzi a me una lapide nuova; era di marmo bianco, semplicissima nel disegno e non abbondava di iscrizioni. Il cuore martellavami il petto come volesse spezzarlo. M'accostai a quella tomba e vi lessi commosso queste bibliche parole: "Perchè mi hai tu abbandonato?" Nè so che la pomposa eloquenza m'abbia mai cercato il cuore così profondamente.
103 Ben son degli altri ancor, c'hanno le chiome lunghe, com'io, né donne son per questo. Se come cavallier la stanza, o come donna acquistata m'abbia, è manifesto: perché dunque volete darmi nome di donna, se di maschio è ogni mio gesto? La legge vostra vuol che ne sian spinte donne da donne, e non da guerrier vinte.
Allora, agitandosi sotto il peso dello sconforto quasi mortale, diceva a sè medesimo: Dunque farò sagrifizio della vita a un'ombra vana? Morirò col mio segreto, e porterò con me nella fossa questa febbre dell'anima, intanto che mia madre e mia sorella hanno il diritto di dire: Tu eri il solo che potevi salvarci dalla miseria, e non hai fatto nulla, nulla per noi?... No! no! io vedo, che sebben m'abbia a costar caro, pure bisogna ch'io soffochi in cuore queste illusioni. Che importa?... se non sarò pittore, sarò garzon di bottega, commesso, scritturale, qualche cosa come tutti gli altri. Ce n'è tanti che amano e sentono e soffrono al mondo! E sono anche loro miei fratelli. Lavorerò per il guadagno, alla giornata; e avrò il compenso di sostenere la povera vita di queste sante creature che sono l'eredit
Deh, s'io non vo' l'ingiuria sostenere senza vendetta, incontra a cui mi volto? Fuor che me stesso, altri non so vedere, che m'abbia offeso ed in miseria volto. Io m'ho dunque di me contra a me stesso da vendicar, c'ho tutto il mal commesso.
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