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Nella Miscellanea atti turcheschi. Arch. Gen. Traduzione fatta da me Giacomo de Nores interprete della ser. Rep. di una lettera scritta in lingua persiana da Sh

Ma lo intrinseco sentimento, ineffabile dolcezza e perfecta unione, non el potresti narrare con la lingua tua, perché è cosa finita.

Ah! vi farò trovar io la lingua, brutta strega, esclamai infuriato, tirando fuori dalla cintura questo palmo di lama e facendolo luccicare ai suoi occhi. Eppure niente!". "Sangue della madonna! interruppe Gasparo, sono tutte così le badesse, tutte energumene.

Io ti farò baiular su gli omeri da uno arcipotente bastazo, e da duo pueruli ti farò tener le gambe, ché non possi recalcitare in praeceptorem con «ae» diftongo, e io con un corio bubále ti fustigherò ben le natiche. GRANCHIO. Andiamo; e se non troverete quanto vi ho detto, vo' che mi strappate la lingua dalle radici e il naso ancora; ma se trovarete quanto vi ho detto che sia vero?

ERASTO. Che favori ti fece ella? CAPITANO. Mille basciamani e inchini con la testa e con cenni, che dimostravan apertamente che dentro brusciava tutta; e ci siamo parlati col cuore l'un con l'altra senza adoprar la lingua, che ci sarebbe stata anzi d'impedimento, vedendo ella il cor mio ed io il suo: e ci siamo partiti l'un dall'altra pieni di scontentezza.

Apri, Tirrenia, le rosate porte: mostra, Tirrenia, i candidi ligustri: spargi, Tirrenia, in graziosi accenti l'ambrosia e 'l mel de l'amorosa lingua. Di', Tirrenia, una volta: te solo amo, al fedel Mopso tuo, che te sola ama. Dillo, Tirrenia, e scopri il caro seno, apri 'l giardin d'amor, dimostra al sole i dolci pomi e gli odorati gigli.

Nella lingua è il segreto dell'unione, il baluardo della nazionalit

Il problema dello stile e della lingua va proposto come l'ha proposto il Verga. Lasciamo stare se egli lo abbia o no praticamente risoluto; potremo ragionarne un'altra volta. Il Verga crea delle creature vive, di sangue, carne e ossa; il D'Annunzio, finora almeno, ha creato quasi sempre fantasmi di creature, ombre vane.

Oh, Gesummaria! che cos'è stato? Ah capisco, ora! soggiunse il povero oste, ricordandosi. Messer Giacomino.... Ah, maledetta lingua! Ma spero che non andrete più oltre.... Nella mia osteria!... E che dir

Opala, diss'ella, la più affezionata e la più fedele delle vostre schiave. E pronunciò questa parole nella mia lingua. Voi non siete nativa del mio regno? le chiesi io meravigliato.