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Aggiornato: 26 giugno 2025
Pur si contenne, e additò in silenzio il corpicino di Bebè steso fra loro. È giusto assentì Varedo. Non ora, non qui... Più tardi. Stettero ancora qualche minuto uno di fronte all'altro, divisi dal letticciuolo ove giaceva la creaturina innocente che, viva, li aveva disgiunti, che, morta non valeva a riunirli.
La notte, quando fu solo nel suo letticciuolo di collegiale, Maurizio pianse a calde lagrime il suo bel sogno svanito; ma con quelle lagrime gli si prosciugò la vena delle tenerezze. La cugina era una civettuola e una sciocca, vana della sua bellezza, felice d'esser guardata, e più fatta per godere gli omaggi della cavalleria che quelli della marineria.
Non era più l'asilo del riposo il letticciuolo suo innocente; chè rifuggiva il sonno dalle sue pupille, e se talora coll'ali lievemente le blandiva, funeste immagini le si appresentavano in cui erano sempre confusi quella festa, quel velo e quel giovanetto. Non più correva gaja ad incontrare i reduci genitori, non più rallegrava il sereno loro albergo col suo festevole umore. Erano dimentichi i suoi polli e le altre cure predilette: invano l'agnelletta, gi
Oh, voglia il cielo ch'io non abbia un giorno a maledire quei diritti che fatalmente vi siete arrogati sulla mia esistenza. Erminia, figlia mia! E la misera giovinetta, rientrata in sè stessa dalla voce soave del buon vecchio, coprendosi il volto colle mani, si gettava sul suo letticciuolo rompendo in singhiozzi. Gervaso era oppresso dall'angoscia.
La reggia di Palermo e quella di Napoli non turbarono la mente sua, ed a Palermo e a Napoli egli aveva scelto una modesta cameretta, e dormiva in un letticciuolo non dissimile da quello nel quale ultimamente giaceva nella sua Caprera. Ed in tanta potenza egli non dimenticò gli amici, non i compagni de’ suoi primi anni, non i patrioti coi quali aveva comunanza di aspirazioni e di affetti.
Curva sul letticciuolo della piccola estinta che ell'aveva, insieme all'Irene, finito appena di lavare e di pettinare, Diana trasalì leggermente e senza moversi di dov'era alzò lenta lenta il pallido viso. Non però fece un gesto, non disse una parola per respingere il marito che le si avvicinava.
Ella mi fece salire una piccola scala dai gradini larghi e lisci, e mi trovai davanti a un letticciuolo pulito, fiancheggiato da un ampio seggiolone che aveva l'aria di aver passato i begli anni della sua gioventù fra la musica e l'incenso del coro. Del resto la camera destinatami non offriva molta materia di analisi.
Lorenzo stava scrivendo; ma al fruscio della veste, alzò il capo e si volse a guardare. Orbene, Maria? disse egli, come per chiederle che cosa volesse. La fanciulla era bianca in viso come un cencio lavato, e appoggiava la mano alla spalliera del letticciuolo di Lorenzo, quasi fosse per cader tramortita. Allora il giovine fu pronto ad alzarsi e correrle incontro. Che cosa avete, mia buona Maria?
Vedi, fa un bel chiaro di luna. Noi e i morti cavalchiamo in furia. Oggi, sí quest'oggi, scommetto ch'io ti porto nel letto nuziale. E dov'è, dimmi, dov'è la cameretta? E dove, e che letticciuolo nuziale è il tuo? Lontano, lontano di qui..., in mezzo al silenzio..., alla frescura..., angusto... Sei assi... e due assicelle... V'ha spazio per me? Per te e per me.
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