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Aggiornato: 11 giugno 2025
Dopo aver così risposto, con dignitosa modestia, ai rimproveri di Temistio che lo accusava di tiepidezza, Giuliano, nel chiudere la sua lettera, non lascia senza confutazione una delle affermazioni con cui il maestro aveva cercato di richiamare il discepolo alla coscienza del suo dovere, e, più ancora, all’amore della iniziata impresa. Temistio, pare, gli aveva scritto che la vita d’azione è preferibile e più onorevole della vita contemplativa e che, pertanto, egli doveva esser lieto di trovarsi in una posizione nella quale gli era necessaria un’azione perenne. Giuliano, con un accento in cui si sente il rimpianto di un ideale perduto, risponde: «O caro capo, degno di tutta la mia venerazione, io voglio parlarti di un altro argomento intorno al quale la tua lettera mi ha lasciato incerto e turbato. Io desidero di esser istrutto anche di ciò. Tu dici che la vita attiva è più meritevole di lode della vita del filosofo, e chiami in testimonio Aristotele»³⁹⁰. Ma Giuliano sostiene che il testo di Aristotele non dice affatto ciò che Temistio vuol cavarne, poichè Aristotele parla bensì dei legislatori e dei filosofi politici e, in genere, di quelli che fanno puramente un lavoro mentale, ma non gi
L'Europa ha una massa di legislatori, che ciarlano da mane a sera, ed assordano il mondo; ed il mondo non ha mai avuto un bordello simile a quello che presenta l'odierna colta e legislativissima Europa. E Marzia?
Gruppi per provincie, e loro carattere distintivo. I fabbricanti ed i traffichini degli ordini del giorno. L'addormentato. Lo stanco. L'indiscreto. I legislatori. I Grandi di Spagna. L'amico di tutti. Crispi e la sua posa. L'ex-Mirabelli. I successori di Turati e di Proto. Fisionomia degli oratori. I lettori di giornali ed il signor Boggio. Torino, 15 aprile 1861 e febbraio 1862.
Quell'oscillare della maggioranza tra opposte paure si spiega facilmente col fatto, che i legislatori in quell'articolo erano agitati dall'angustioso presagio di un candidato alla presidenza, il cui solo nome voleva dire la fine della repubblica. Luigi Bonaparte disse la verit
Non furono fiorentini i legislatori che statuirono la pena del battesimo: debeat aqua baptizari che consisteva nel tradurre il colpevole sopra uno dei ponti della citt
Tutta la sequela dei legislatori era stata inviata ad occuparsi di cose utili, e gli sgherri ed i preti, grandi e piccoli, a bonificare le paludi Pontine. Accanto alle ceneri del nido di vipere e dei rottami ardenti vi si vedeva un altro incendio di cartaccie, a cui i bimbi avevano appiccato il fuoco, e con delle lunghe canne, gli stessi attendevano a spingere nel fuoco i fogli renitenti.
Avvertite, signori, che non è legislatore colui che redige le leggi, ma colui che le concepisce. I codici francesi non furono scritti da Napoleone I, ma ne ebbero il pensiero, e ne portarono l’impronta: potrei dire lo stesso di tutti i legislatori del mondo.
Divenuti cristiani i franchi divennero allo stesso tempo Galli e Romani. Da Clodoveo fino a Carlomagno, i vescovi furono i veri legislatori e il codice ecclesiastico dominò il codice giustiniano e le leggi teutoniche. La corruzione legale non aveva un corso regolare, i disordini e l’incontinenza non erano che più indomabili e più audaci.
L'assemblea nazionale consumava le proprie forze in siffatti espedienti del furore partigiano e dell'egoismo sociale. Anche il solo prodotto durevole di cotesti legislatori, la legge sull'istruzione del 15 marzo 1850, portava il vasto suggello della mentalit
In questi tempi di uomini di carta pesta, un uomo di bronzo, come Gustavo Chiesi, diventa, in un ambiente legislativo come il nostro, un tesoro nazionale. Tiene in piedi anche i legislatori di pasta frolla. È dotto, è una biblioteca ambulante ed è una penna incorruttibile che perseguita i corrotti. A Finalborgo studio degli altri galeotti. Ci fu un galeotto che ci disilluse tutti.
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