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Aggiornato: 10 giugno 2025


La poveretta era visibilmente imbarazzata: prese la lettera, e divenuta pallida, poi rossa, senza dire una parola, entrò nella stanza vicina e di a poco riapparve pregandomi di entrare. Appena entrato mi trovai di fronte al prete, che stava coricato in un letto tutt'altro che pulito: egli aveva in mano la lettera d'amore, che stava leggendo attentamente.

Lo vuoi proprio? Non posso volere con voi. La mattina seguente Bice arrivò in casa di De Nittis alle dieci e mezzo; egli stava ancora nella saletta da pranzo, a tavola, leggendo il giornale. La fanciulla, che aveva rimandato il servitore alla porta, diede subito con un sorriso la mano alla governante. Margherita, vengo anch'io a lavorare con voi.

Queste parole di Vittorio Pica scritte, a proposito di due quadri di Max Liebermann, in un accuratissimo studio intorno alla pittura europea nell'esposizione veneta dell'anno scorso, mi son tornate in mente leggendo il poema drammatico in prosa del giovane poeta portoghese Eugenio de Castro, da lui tradotto e pubblicato con una larga e spassionata introduzione che presenta l'ignoto autore al pubblico italiano.

Mi dava minutissimi schiarimenti intorno ai suoi affari, m'indicava la persona a cui avrei potuto, con piena fiducia, affidarne il disbrigo, e si diffondeva in lunghi consigli di pratica saggezza, ripetendo con diverse parole e leggendo mi sembrava di riudirne la voce quel che mi aveva detto la mattina del nostro ultimo colloquio.

Col divinatore affetto materno però non c'è finzione che basti. Mia madre, una mattina, venne da me mentre tentavo, leggendo, di dimenticare quello che giudicavo immane, irrimediabile disastro: e accostatasi, mi battè dolcemente con la mano sur una spalla. Ma non pensi, mi disse, che Fausta, se tu continui così, morir

Non aveva voluto dire ai servi che si trattava della vita della duchessa, per timore di disonorare pubblicamente la moglie di Federico e donna Maria. Due ore dopo, il duca rientrò; era assai pallido. Gli fu tosto consegnato il biglietto. Il duca lo prese attonito e l'aprì. Rabbrividì leggendo queste linee: »Signor duca,

Entrarono timidamente; don Teodoro, che se ne stava leggendo, li riconobbe subito, e volle che sedessero: poi, date loro più consolanti nuove dell'inferma ch'era stato a rivedere la stessa mattina, li animò a metterlo a parte di quel poco che credessero potergli raccontare delle loro disgrazie.

E questo argomento doveva aver persuasa la giovinetta. Senza dubbio il marchese, stupito nel comprendere la speranza dell'amico, aveva esitato prima di secondarne la domanda, e in ogni caso aveva lasciato libera la figlia di accoglierla o di rifiutarla; ma con altrettanta certezza si poteva pensare che l'idea di affidare la fanciulla a un cuore provato come quello dell'amico doveva avergli sorriso. La giovinetta, leggendo nell'anima del padre come nella sua propria, comprendendone la secreta inclinazione, sicura dell'affetto del conte, doveva aver sofferto per quelle care persone ed anche un poco per stessa all'idea che la loro intimit

Ed io mi sento il rossore su per le guancie, scrivendo; e voi tutti dovreste arrossire, leggendo.

E va bene, facciamo questo sacrificio alla Dea ignota. Giuseppe, dammi i giornali, attenderò leggendo. Una bruna ed alta! giusto, Stefania ha i capelli biondo-ardenti; sar

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