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Aggiornato: 23 giugno 2025
Zio! disse Oberto: è inutile che chiamiate il becchino. Gli scomunicati come noi giacciono insepolti. Ah sei tu? Oberto! incominciò Ildebrandino, svegliandosi per poco dal lungo sopore: Perchè non so leggere, come un frate? La vedo lì la condanna, la vedo! Ma nemmeno tu sai leggere: sono contento!
Torna a leggere, disse Nancy. Leggi più lento. Fräulein ricominciò. E la ragazzina ripetè i versi piano, tra sè. Poi disse alla governante: Continua a dire quelle parole, sempre quelle, finchè ti dirò di smettere. E Nancy chiuse gli occhi. Ma perchè? disse Fräulein. Cosa ti viene in mente?
Le parole sommesse, leggere, pericolose come lenti baci, mi carezzavano la bocca, mi scendevano, senza rumore, fin sull’anima...
Si era lagnata della cella e del cibo, aveva chiesto di poter leggere e scrivere, aveva scritto infatti uno studio sull'emigrazione svizzera pieno di cifre e di notizie statistiche. Introdotta nel gabinetto della direzione, sedette a un cenno del Ferpierre sostenendone lo sguardo indagatore e incrociando le braccia.
«Perchè dunque colei mi fece capire che non le ero indifferente? Perchè, invece di rafforzare la mia paura di offenderla, le sue parole, i suoi sguardi, i suoi stessi silenzii mi spinsero alla confessione? E quando io non potei più frenarmi, quando le ebbi fatto leggere nell'anima mia come in un libro, sa Ella la risposta che mi diede? «Mio Dio!... esclamò, che cosa ha fatto!» Dunque ella aveva paura? Dunque mi amava!... Quale altra interpretazione potevano avere quelle parole?... No, ella non aveva ragione di temere; io non le domandavo nulla che non volesse accordarmi ella stessa. Che cosa mi rispose ancora? Che solo così poteva essere amata, come una sorella; che una fatalit
Aveva appena terminato di leggere, che al suo fianco scoppiava una fragorosa detonazione. Si volse precipitosamente e mandò un acutissimo grido. Abù-el-Nèmr giaceva per terra colla testa sfracellata, stringendo ancora nella dritta la fumante pistola colla quale si era suicidato. Abù-el-Nèmr! gridò egli singhiozzando e inginocchiandoglisi accanto.
Eppure sapete che da lungo tempo io sono uso a leggere nella parte più riposta del vostro cuore. Ebbene, che cosa vi leggete adesso? Un'occulta pena; voi non sorridete più; voi.... insomma non siete più la stessa. E a che cosa attribuite il mio cambiamento?
Del resto non era possibile di indovinare il maestro Zecchini; nessuno poteva dire con certezza se fosse buono o cattivo; nessuno aveva potuto leggere nel fondo della sua anima. I furbi sono un prodotto della schiavitù. Colle autorit
Copriamoci gli occhi per non leggere altro. ³⁰⁰ A. Guarnieri, loc. cit., pp. 122-23.
Tra i grandi margini bianchi si allineano infatti righe più o meno corte che hanno l'apparenza di versi, di strofe: ma cominciando a leggere, egli si avvede che l'esteta ha voluto ingannarlo.
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