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Aggiornato: 17 giugno 2025


Senonchè, la era musica in minore, e il minore è come le ciliegie, che una tira l'altra; e Guido Laurenti, senza metter mano ad altri quaderni, suonò una infilzata di romanze malinconiche, andando da ultimo a immorbidirsi in quella famosa del Verdi: «Quando la sera, al placido» con tutto quello che segue.

Qui cade in acconcio uno scampolo di descrizione. Il giardino di Laurenti era una lista di terreno, che correva per forse cinquanta metri lunghesso la collina, e dal lato della scesa era sostenuto da uno spesso muraglione, del quale ogni acquaio, ogni screpolatura, alloggiava un cespo di semprevivi, di capperi o d'altre pianticelle di facile contentatura. A' piedi del muraglione si dilungava comodamente una conserva di piante esotiche, ultimo lembo di un vasto giardino, anzi di una villa signorile, che andava a far capo ad una palazzina gialla, il cui piano superiore e il tetto rilevato a quattro acque, col suo parafulmine in cima, si vedevano sbucare da una selva di magnolie e di allori. Intorno a quella palazzina era il vero giardino, con ogni maniera di fiori; e tra il giardino e il muraglione saliva dolcemente una larga prateria, qua e l

L'ultimo filo di luce del crepuscolo rischiarò la doppia comparsa del giardiniere che andò a dar la mano alla signora per ricondurla nella palazzina, e del servitore di Laurenti che, temendo non s'infreddasse, da quell'uomo prudente ch'egli era, portava il cappello per coprir la testa al padrone.

Quindi, fatta vedere partitamente la casa a' suoi ospiti, Laurenti scese con essi alla palazzina gialla. Lungo il tragitto, appoggiata al suo braccio, la signora Argellani diceva a Guido: Se sapeste come mi sento meglio! come sono contenta! Non mi ricordo più di nulla, non penso più a nulla.

Ah, credevo che l'aveste perduta.... gittata via. Bravo! e dove avete mai veduto che io faccia così poca stima delle cose che mi sono regalate? Eccola qui! Laurenti chinò il capo, in atto di chi riconosce il suo torto, ma in verit

Io la ringrazio, signor di Marana; rispose Laurenti arrossendo. La modestia del dottor Laurenti si giova perfino dei bisticci interruppe Luisa. Ma ora, Ella ci dica un po' che cosa ha fatto a Milano. Nulla che franchi la spesa di essere raccontato, signora mia. Ho passeggiato, ho curiosato, mi sono distratto, come si può fare in ogni altra citt

Signora, che è? si sente male? gridò Laurenti, balzando dalla sedia ed accostandosi alla signora Argellani, che egli era sempre stato a guardare attentamente, fino a quel punto.

Dieci anni di amore, dei quali bisogna contarne quattro di catena, gli hanno fatto sentire il bisogno di scuotere il giogo. Egli ha fatto come una delle tue crisalidi, dopo una troppo lunga dimora nel bozzolo. Egli è un tristo! interruppe Laurenti. Un tristo? e perchè? qui posso darti lezione io, Laurenti. Questa che tu biasimi, è la natura dell'uomo, come della crisalide.

E purchè la sia rimessa subito in terra.. Veda, non ci ha che un ramo guasto, ma il tronco è sano, e le radici del pari; la terra non pare quasi che abbia fatto quel salto. Manderei a torla; soggiunse timidamente Laurenti, ma non ho il servitore in casa. Che! la porto io; rispose il giardiniere, alzando il cespo da terra con molta accuratezza. Voi?

Tu lo vedi; mi contento a guardarla da lunge; piglio da lei quello che non mi potrebbe negare, che non desta la gelosia di nessuno, e che non mi costa la menoma fatica ad ottenere. Lassù, rispose Laurenti ce n'è un altro il quale vorrebbe qualcosa di più. Si serva, se così piace a lui e alla dama.

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