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Aggiornato: 21 giugno 2025


Non voglio che sentiate così! Ludovico Voi non siete la mia coscienza. Lasciate che essa mi si ribelli, se può. La ribellione vostra è inutile! Elena Ah, io non sono riuscita nemmeno a esservi veramente amica visto che la mia persona non ha nessun potere su voi! Ludovico Voi mi donate qualche minuto di sollievo, e questo è gi

Ah! disgraziato!... slacciategli le vesti, lasciatemi vedere: Non è nulla, vi ripeto, non è nulla. Chiamatemi il capitano medico, replicò il generale cercando di avvicinarsi all'almea svenuta. Lasciatemi vedere se posso fare qualche cosa io. Lo chiamerò più tardi, generale, non datevi pensiero di nulla, lasciate che lo trasporti nella mia tenda. Portalo via Omar.

Così è... il traditore è guardato da' miei gendarmi... fra un'ora, o Bino, dovrei eseguire i comandi del Re... lasciate la valle... e raggiungete, se sta in vostro potere, maestro Pardo... Dunque, Pardo?!... Avvisato sin da ieri, sta mettendosi in salvo... Oh quanto vi dobbiamo, Orlando!... forse un ... Presto... , Bino... presto assai! Lascerò dunque il mio paese? O la fuga... o il carcere!

»Prestate pur fede alla duchessa; lasciate che Federico di Chiarofonte, o il cavaliere dell'Isola, come più vi piacer

LECCARDO. Come dunque volea mangiarmele crude? bisognava che fussero prima cotte. Se volete indovinar, indovinate a voi stesso quanto desiate saper da me. DON FLAMINIO. Il malanno che Dio dia a te e alle tue chiacchiare! LECCARDO. Se non lasciate parlar a me prima, come volete che parli io? DON FLAMINIO. Parla in tua malora e finiscila presto! LECCARDO. Se non mi lasciate parlare, non finirò mai.

Alla spada; rispose Filippo. Andai subito a cercare le spade, che avevamo lasciate con le altre armi nel salottino, e postele in croce ne offersi le due impugnature al mio avversario. Egli ne prese una, ed io l'altra, muovendo tosto verso il giardino. Ma egli non pensava a seguirmi; teneva la spada in mano come una croce, ne guardava l'impugnatura e metteva un sospiro. Che? gridai stupefatto.

O Madonna, scendete e lasciate il riposo; gi

ARTEMISIA. Deh! lasciatemi piangere e morir ancora, perché non è persona tanto disperata che non abbia qualche speranza di sperare, eccetto io che non ho che sperare se non nella morte come solo rimedio de' miei mali. EUGENIO. Ah, signora, avendovi conosciuta sempre d'alto cuore, di gran fortezza e di eccelsa mente, come vi lasciate cosí vincere dal dolore?

Oh, come io la ravviso! gridò Cosimo in un impeto di adorazione che lo trasfigurò agli occhi del giovine. Come ella si mostra a me nelle vostre parole, qual era fanciulla, quale rimase mai sempre, quale la dipingono alla mia mente le pagine ch'ella mi ha lasciate a testimonianza de' suoi pensamenti!

Non importa che io sappia della vostra condizione. Mi pare del resto che non siate un avvocato, un giudice, un professore di statistica, un medico alienista, ma vi credo un mezzo artista, dal modo di vestire, ed un mezzo poeta dal modo di portare il cappello troppo alto sulla fronte. Ebbene il vostro avvenire, eccoloSe volete essere per lo innanzi, meno infelice, praticate senza dilazione, col trapano, un piccolo foro al capo nella scattola posteriore, cioè al cervelletto, lasciate escire tutta l'acqua calda, e poi con una siringa, rimettetevi tutta acqua fredda (una inezia). Quanto alla durata della vostra vita, non si s

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