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Aggiornato: 24 maggio 2025
Ma, per quanto si fosse affrettato ad obbedire, non si mosse tanto presto che non gli giungesse ancora un vigoroso calcio del ladro, a raddoppiargli la forza d'impulsione.
E questo è tutto ciò che avevate da aggiungere? La Guardia Questo. Il Commissario Fasanisi, questo biglietto a casa mia. La Guardia Il Commissario Eh, perbacco! Un ladro che va a rubare in casa del Commissario di polizia deve essere un bel cretino! Che ne dite, Malomone? Il Brigadiere Ecco, signor Commissario. Una volta mi avvenne un fatto simile.
Chi siete voi, messere! gridò egli, con accento impresso di sdegno. Perchè vi trovo io con la mia donna, in quest'ora notturna, e senza avervi dato licenza di entrare? La vostra, donna! ruggì Spinello Spinelli. Voi parlate, messer Lapo Buontalenti, da quel ladro sfacciato che siete. Tenetevi indietro, o per la croce di Dio, è questa la vostra ultima ora.
FILIGENIO. Quella che m'avea pregato Alessandro ch'avesse comprata per lui. FORCA. O padrone, avete avuto gran torto creder piú ad un bugiardo che ad Alessandro, gentiluomo amico e mio vicino. Com'egli sappia questo, s'adirerá con voi. FILIGENIO. Tu sei un gran ladro. FORCA. Sarò piú tosto un grande indovino. FILIGENIO. Tu pensi aggirarmi di nuovo, ma non m'aggirerai.
Un ladro gli si presentò; lo vedo ancora: era un uomo piccolo, magro, schifoso, i capelli sparsi, la barba incolta, gli occhi senza ciglio, rossi, incerti, iniettati d'alcool; la faccia solcata di rughe, il naso schiacciato, senza dubbio, come quello di Michelangelo, da un pugno di un pugillatore; la pelle non aveva che il colore di una cartapecora sporca.
Accompagnandomi, s'intende! soggiunse prontamente il briccone. Ah! il micio mette fuori le unghie? Bravo! questa è l'amicizia? alla larga! Ma voi dovreste sapere, Garasso, che io vi conosco, e a me non l'appioppate di certo. E conoscendovi, ho fatto tra me questo discorso: egli mi offre, per conto d'altri, una lasagna bianca, mille lire. Quant'altre ne sgraffia? Altrettante. Vedete che sono modesto nei calcoli, e forse, chi sa? vi faccio anche onore a credervi meno ladro di quello che sarete. Io sono un galantuomo; potrei sincerarmi del fatto, che forse avrete gi
Dammi la corda, ch'io mi vo' appiccare. Posala giú, ch'io ti pesterò l'ossa. E chiude quella bocca di ranocchia; ché, ad altro suon che di cembalo o pivi, ti farò far la tosa e mazzacrocca. Scanfarda, che sei uscita de l'inferno, e vuoi le cose mie a forza, tu! Ti taglierò le man. ARTEMONA. Misericordia! Fuor, vicin! Tutti fuor! ch'io son giá morta; ché un ladro m'ha assalito in su la strada.
Lo schioppo! Sì, signora. Tornò nel cortile per osservarlo meglio; lo vide avanzare lentamente nel viale e guardare attento il castello. Vedendo che il ladro entrava nel cortile, Giovanni credè bene allora domandargli chi fosse e cosa volesse, ma colui non rispose e tornò indietro. Giovanni allora gli sparò addosso. Gran Dio! Voi impallidite!
Così impreparata, colta alla sprovvista, svegliata a forza da un sogno di terrore! E la morte ci assegna forse un'ora per sorprenderci? Non giunge ella inaspettata come il ladro fra le tenebre? Cristo lo ha detto...
M'hanno scacciato come un cane, nome d'un Dio!... Come un ladro! Tu non lo sapevi questo, vero?... Fu lei, che ha fatto crepare mio padre di dolore; fu lei, che mi ha avvelenata la vita, che mi ha guastato il sangue, che mi ha strappato il cuore!... La cercavo io?... No. Ero tranquillo, ero felice, ero onesto. Sì; onesto.
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