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Certo non pareva più un erborista, ma rassomigliava piuttosto ad un astronomo che cerca il suo astro. Vedendo che l'astro non compariva all'orizzonte... d'una finestra, si decise di tirare il campanello. Poco dopo la mamma d'Annina gli aperse l'uscio, e lo accolse lietamente, dicendogli: Venite avanti, Sandrino; che nuove ci recate? Brutte nuove!... Oh, come?...

E proprio mi pare.... Mi pare, in questo crepuscolo della fantasia che si fonde colle memorie del cuore, in questa tranquilla ora di sonno per i mortali e per gli immortali, in questo soave oblio dei dolori e delle religioni, mi pare di vedervi ancora... Non vi chiamo santi Magi adorati, non vi chiamo pallidi miti dissepolti, ma vi sento placidi custodi della notte e del silenzio e della pace! Siete sorti dalle iridi di quella lagrima che mi trovavo sul ciglio, contemplando una stella? O dalle pagine gialle e allumacate di un vecchio morto che credeva ai morti? Dite perchè l'astro è su nel cielo? Perchè il verme roder

Veramente, non avevo osato di proferirlo, il sostantivo che li definisce. Di solito, e senza cercare molto addentro nel sentimento che destano, io li chiamo tra me e me i vostri satelliti. Se Giove in cielo ne ha quattro, perchè non ne avrebbe tre l'astro luminoso di Venere? Non badate, signora; m'è venuto così spontaneo, che avreste torto a non lasciarlo passare.

Era una ressa affannosa di generali garibaldini e di uffiziali superiori intorno al nuovo astro sorgente; e intanto tramontava malinconicamente dietro le pianure della Campania l'astro di Marsala. Alle due dopo mezzanotte del 7 novembre tre carrozze da nolo si arrestarono al portone dell'albergo della Bretagna in Napoli.

Da quel fascio pendevano varie figure tagliate nel cuoio e rappresentanti il Sole, lo Spinto buono, lo Spirito cattivo e altri simboli. I danzatori resistettero tutta la notte e finchè risplendette la luna si volsero con la faccia e coi gesti ad essa; ma appena spuntò il sole, Gheezis, voltarono le spalle alla luna e si misero a complimentare l'astro maggiore. Così seguitarono tutto il giorno.

Veggo pe 'l lume le donne entro i burchielli: vanno su 'l fiume, date all'acqua i capelli, tra i gridi delli uccelli. Tende ogni amante all'amante le braccia e a l'allaccia entro la bianca traccia de l'astro radiante. Passan li uccelli. Oh chiome feminili, chiome gentili, lunghe reti sottili tratte dietro i burchielli!

«La cometa! L'astro della mia rovina!» e cade privo di sensi a terra. Rimane a lungo, molto a lungo privo di sensi. Il cavallo si è coricato al suo fianco, ed ansa; ha la bocca aperta; la lingua ne esce penzoloni, inaridita; gli occhi si spengono; la povera bestia è prossima a morire di stanchezza, d'inedia, di sete. Il capo si desta.

Ma il ferro vien sempre respinto dal ferro, pronto a colpire è prontissimo a parare. E la natura par sorridere a codesta lotta accanita fra la vita e la morte. Il sole, abbassando a poco a poco i suoi raggi, sembra piovere sulle piante una pioggia di luce, e queste, agitandosi dolcemente nel loro lieto mormorio, salutano l'astro del cielo.

Da principio non riesce a raccogliere i pensieri; sono così confusi; ma poi vede sopra di il cielo stellato; vede la maestosa luna; vede la cometa. Ma alla luce lunare l'astro minaccioso ha perduto parte del suo terrore; la sua luce è sbiadita tanto. Pure ciò non reca conforto al capo. Egli guarda la cometa, con un infinito spavento. È certo di essere perduto.

Quel giorno, ancor più lieta, piena di gioia pura Nuotava in alto mare in fra l'onde sicura. Lontana assai da terra si soffermò un istante, Tra la spuma giocò, poi senza andar più avante Si coricò e fu immobile bagnando l'aureo crine Nell'acqua, che la linea delicata e fine Del viso incorniciava di cristallo verdastro. Nel cielo s'innalzava gloriosamente l'astro Del giorno.