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Aggiornato: 26 giugno 2025


Si esprime in un certo modo, che tutte le donne dovrebbero volergli un gran bene. Ma non dirglielo; replicò Fior d'oro. Venite qua, baciate me, e facciamo la pace. Con che gusto, signora! Così dicendo, l'ostessa della Gaita Zamorana saltò al collo del mozzo Bonito, e gli stampò due bacioni, uno per guancia. Avrebbe ricominciato, se non fosse stata fermata da una osservazione del cavaliere.

Damiano! gli bisbigliò tra due baci, che non la regina Giovanna, non la marchesa di Moya, l'ostessa della Gaita Zamorana ne avevano sentiti i più ardenti. Abner Ben Meir, e tutto il resto, aveva finito di contare i suoi cinquanta castigliani, e si voltava a guardare, dopo aver sentite quelle vivaci dimostrazioni d'affetto. Sposi novelli, capisco; diss'egli, ammiccando.

E scusino, le Vostre Eccellenze; ripigliò l'ostessa, animata: siete sposi novelli? O giù di ; ma fate conto che ci serbiamo tali per tutta la vita. Due creature che si amano, sono sempre nel delle nozze. Cavaliero, esclamò l'ostessa, voi parlate come un angelo. E non vorrete mica divorarlo dai baci anche lui! scappò detto a Fior d'oro. Eh, signora contessa, che dirvi? rispose l'ostessa.

E parlava, parlava, parlava, in dialetto veronese, infaticabilmente; parlava di , degli amici suoi, di Loredana, del conte, dei pescatori, di gente del paese che la ragazza non conosceva affatto, dell'orario dei piroscafi, dei trionfi del defunto Teobaldi tenore, dei vini e dei cibi dell'albergo, dei dissapori tra l'oste e l'ostessa, della moda e della cucina, della vita di Venezia, dell'amore antico e dell'amore moderno; e di tutto a rifascio, senza nesso, passando dall'uno all'altro argomento e non mutando mai voce....

Ma intanto la Teobaldi l'aveva piantata sulla soglia; e quasi ad aumentar la stupefazione della femmina, riprese con tono imperativo: Domattina alle otto, una carrozza per Peschiera! L'ostessa spalancò la bocca, e allargò le braccia. Come, signora Clarice, vuol partire anche lei! esclamò la povera donna. Sarebbe offesa per quel che le ho detto, senza intenzione...? Che partire!

Sulla soglia dell'albergo trovò l'ostessa, che appena la vide, le andò incontro col più schietto de' suoi sorrisi, e le disse: Veda, signora Clarice. Io ho chiuso l'appartamento del conte Vagli. Queste sono le chiavi, e vorrei pregarla di tenerle lei. Clarice le prese, le mise in tasca, e rispose: La ringrazio; penserò io a tutto. La ringrazio molto.

L'ostessa si chinò per baciargli la mano; dico mano e non zampa, poichè fino dall'entrare nell'osteria il caprone aveva lasciato cadere a terra la veste lanuta, la testa e le corna fittizie, ed era apparso un bellissimo giovane, di maestoso portamento, di occhi cerulei, di capelli biondi.

L'ostessa della Gaita Zamorana parve molto felice della confidenza che quel gran signore si compiaceva di farle. Perchè aveva capito benissimo di servire un gran signore, che non dissimulava punto il suo essere, e una bella donna sotto mentite spoglie. Quella bella donna era per giunta una gran dama?

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