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E quest'altro vo' che assaggi un pugno delle mie mani, ché so che non è duro il suo osso come la mia carne, e li farò tanto minuta la carne e l'ossa che non será buona per pasto delle formiche.... SQUADRA. Non con tanto impeto, padrone. TRASILOGO.... Io lo spaventerò con la guardatura, che non será altrimente bisogno di por mano alla spada....

l'ossa del corpo mio sarieno ancora in co del ponte presso a Benevento, sotto la guardia de la grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento di fuor dal regno, quasi lungo 'l Verde, dov'e' le trasmuto` a lume spento. Per lor maladizion si` non si perde, che non possa tornar, l'etterno amore, mentre che la speranza ha fior del verde.

Delle quali cose le recenti orme della sua fuga e l'ossa nelle altrui terre sepulte e la sparta prole per l'altrui case, alquante ancora ne fanno chiare. Se a tutte l'altre iniquitá fiorentine fosse possibile il nascondersi agli occhi di Dio, che veggono tutto, non dovrebbe quest'una bastare a provocare sopra la sua ira? Certo . Chi in contrario sia esaltato, giudico che sia onesto il tacere.

Tu, assidua e paziente il tempo rodi; Tu i diradati stami Dei popoli dispersi ordisci e annodi. Da l'abisso dei morti anni richiami L'ossa eloquenti: ritte Composte in scheltri in sugli altari infami, Gridan così, che a mezzo il cor trafitte Da la parlante luce Precipitan le sacre Ombre sconfitte.

Poscia che l'accoglienze oneste e liete furo iterate tre e quattro volte, Sordel si trasse, e disse: <<Voi, chi siete?>>. <<Anzi che a questo monte fosser volte l'anime degne di salire a Dio, fur l'ossa mie per Ottavian sepolte. Io son Virgilio; e per null'altro rio lo ciel perdei che per non aver fe'>>. Cosi` rispuose allora il duca mio.

MORFEO. A me è slongata cogli... cogli... cogli altri membri la borsa, e vi è dentro caduto il ca... ca... camino di urinare; onde non posso piú fu... fu... fuggire la morte. PANURGO. Anzi l'ascosto è peggior del patente; ch'una certa egritudine, detta «lupa», gli ha devorato tutto il ventre, e in molti luoghi si veggono l'ossa denudate. GERASTO. che cosa vedo! Come l'avete voi condotto?

39 Fu tal risposta un venenato telo di che me ne senti' l'alma traffissa: per l'ossa andommi e per le vene un gelo; ne le fauci restò la voce fissa. Levando allora del suo incanto il velo, ne la mia forma mi tornò Melissa. Pensa di che color dovesse farsi, ch'in tanto error da me vide trovarsi.

Alla lunga Roberto si risentì dal suo torpore, si guardò intorno, e si alzò da sedere. Che brividi aveva per l'ossa! Si avvicinò alla finestra. La pioggia batteva sui vetri; non uno squarcio azzurro nel cielo; per quanto la pupilla si protendeva lontano era una sola nuvola, grigia, uniforme, ampia come la volta del firmamento. Roberto si mosse di nuovo e diè un'occhiata alle sue biblioteche. I suoi libri, i suoi cari amici, la cui schiera era cresciuta con lui, essi che avevano alimentato il suo pensiero, che avevano svegliato la sua immaginazione, erano raccolti in bell'ordine, legati quasi tutti in marocchino col titolo in oro sul dorso, a ricordargli un tempo finito per sempre, il tempo dei cari studi, degli ozi fecondi, dell'agiatezza. Molti tra quei libri glieli aveva regalati suo padre, o nel giorno della sua festa, o al capo d'anno, o dopo gli esami, o in altra ricorrenza qualsiasi, chè gi

SAMIA. Te so dir che l'ha ne l'ossa! Dice aver visto Lidio suo dalle finestre e mandami a favellarli. Tirandol da parte, li parlerò. Bona vita, messer. LIDIO femina. Ben venga. SAMIA. Due parole. LIDIO femina. Chi sei tu? SAMIA. Mi domandi chi sono? LIDIO femina. Cerco quel ch'io non so. SAMIA. El saperrai ora. LIDIO femina. Che vuoi?

l'altr'era come se le carni e l'ossa fossero state di smeraldo fatte; la terza parea neve teste' mossa; e or parean da la bianca tratte, or da la rossa; e dal canto di questa l'altre toglien l'andare e tarde e ratte. Da la sinistra quattro facean festa, in porpore vestite, dietro al modo d'una di lor ch'avea tre occhi in testa.