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Aggiornato: 15 giugno 2025


«Ah! disleale Cavalieregridò spaventato il Monforte «tu sei ciurmato. Contestabile!» «Conte, vorreste con gli errori del volgo coprire l'onta della vostra sconfitta? fatelo, se vi pare onorato; ma se vi accostate, potrete conoscere, ch'io tinsi il mio cavallo perchè non fosse riconosciuto, e che la fatica ha fatto in parte cadere il colore

E, gettato da l'uniforme, si slanciò sul conte. Egli si difendeva e, irritato, percosse con lo scudiscio Roberto nella faccia. L'onta, il furore inferocirono il giovane gagliardo. Il conte l'avea ferito in un occhio. Si rotolarono per terra: Roberto, forte come un leone, premeva sempre sotto di il conte, che pur faceva sforzi grandissimi per liberarsi.

Perchè era egli venuto a Venezia, che gli ricordava l'onta della sorella: a Venezia ove sua sorella aveva commesso l'atto vituperoso, dopo il quale, per salvarla da una condanna infamante, aveva dovuto immolare stesso, ed egli, così buono, di sentimenti così puri e così elevati, era precipitato nella geldra dei delatori?

D'altronde, ò infravisto, in un paradiso d'amore, il frutto proibito, cui voglio mordere di bell'appetito, prima di morire e morir dopo, madre mia, par lavare l'onta di cui imbratto il capo di mio figlio. «Le rimostranze di oggi del fu mio marito mi

Appena ebbe abbandonata la sala, Cipriano s'arrestò, levò in alto la destra, e volgendosi alla porta per la quale s'accedeva allo studio di Polo, sussurrò con voce rantolosa e sprezzante: Speri vincer la prova?... aver fama dal tuo libello infernale? ottenere il titolo?... no, no, giovinastro, disilluditi... tra te e la cattedra sta Cipriano!... non ancora è cancellata l'onta... pensa, fanciullo, al 14 aprile!

L'onta e il fango che io ho denunziato in sintesi rappresentano fedelmente il passato dell'Italia nei suoi rapporti con l'arte e coi costumi dell'oggi: industria dei morti, culto dei cimiteri, inaridimento delle sorgenti vitali.

La gente accorsa per vedere stava fissa alla distanza di quattro o più braccia dagli scudi dei tenitori, come se una linea magica le impedisse di venire oltre. Le dame romane, guardavano verso la folla per iscorgere qualche loro vagheggiatore, vedendovene alcuno, dimettevano vergognose la faccia; le francesi esultavano su l'onta d'Italia.

Tanto è vero che può la gelosia sorgere anche dove tace l'affetto; la gelosia, primogenita dell'amor proprio, che non tanto c'inviperisce per la temuta perdita della persona diletta, quanto per l'onta di vederci posposti e svergognati.

Quanto al fare che Ottomano uccida l'infelice di sua mano propria, vero è che i gran Signori de' Turchi si servono in cotali uccisioni del braccio altrui; ma quì trattavasi di materia gelosa, e in ispecie nell'Oriente, ed in un secolo non ancora guasto dalla mollezza; e però il far trucidare Alemano alla scoperta, sarebbe stato come un far pubblica l'onta di una fiamma disonesta.

Parola Del Giorno

s'alceste

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