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Aggiornato: 5 giugno 2025
32 Amor n'è causa, che nel cor m'ha impresso la forma tua così leggiadra e bella; e posto ci ha l'ardir, l'ingegno appresso, e la virtù di che ciascun favella; ch'impossibil mi par, ch'ove concesso ne sia il veder, ch'ogni donna e donzella non ne sia accesa, e che non usi ogni arte di sciorti dal mio amore e al suo legarte.
Il principale sorrideva con tenerezza paterna e materna. Ma, insomma disse il marchese, scuotendomi la destra ma, insomma, non c'è niente da vergognarsi!... Chè, anzi, io v'ammiro e vi stimo, come si deve stimare l'ingegno e l'onest
Non posso dirvi, diss'egli, con voce soffocata dalla commozione, non posso dirvi, miei cari amici, quanto io sono addolorato di vedervi a questo punto. Tutto quanto poteva suggerirmi l'ingegno, il cuore, la coscienza, tutto ho detto per voi, ma inutilmente! Siamo persuasi di quanto ha fatto per noi, disse Tognetti. Ma è inutile: doveva andare così. La ringraziamo proprio di cuore.
Ieri sera, caro marchese, ho fatta la conoscenza di questo illustre vostro compatriotta, del quale ho sentito a magnificare tanto l'ingegno, e mi chiamo fortunatissima. Così desidero veniate da me sovente ambidue, e spero che ci faremo buonissima compagnia. Sedete qui, intanto; e voi, messere, se pure non v'annoia. Ho a dirvi assai cose, marchese; sedete.
Due splendide liriche di Arrigo Boito. Il Ghislanzoni fu il primo che incoraggiò l'ingegno di Praga. Quando questi pubblicò la sua Tavolozza, l'eminente critico, parlandone in un giornale cittadino, dava principio al suo articolo colle seguenti parole: "Finalmente, abbiamo un poeta." L'Inno a Satana, di Giosuè Carducci.
Un'altra usanza, stabilita in casa Vivaldi dalla marchesa Tullia, bisavola di Ginevra, e famosa nelle memorie nostrane per la sua stupenda bellezza e per l'ingegno che ebbe grandissimo su tutte le donne ed anco su molti uomini colti del suo tempo, era quella delle due feste da ballo.
Mal riuscitogli il primo ed il secondo tentativo, ostinossi sempre più nel suo truce proposito, e tanto aguzzò l'ingegno nel cercare un'insidia che non fallisse allo scopo, che per sciagura del Palavicino l'ebbe alfine trovata.
«Fino a tantochè il Guerrazzi rimase in alto nessuno fiatò; ora che è sceso taluni hanno mosso rimprovero all'Accademia, quasichè chiamandolo tra noi avessimo voluto piaggiare il triumviro piuttostochè onorare l'ingegno dell'uomo.
Sanno bensí in coscienza di aver comune con essi la intenzione; ma l'ingegno poi e le forze..., queste sono altre cose. «Non omnia possumus omnes», soleva dire ogni tratto il barbiere di Tom Jones. Sapor di lingua! E che sapete voi mai, o israeliti, d'altro sapore fuor di quello dell'oca? Don Anastasio dunque lasciò scritta, o lettori, una Notizia storica.
Questo seguì a me ed a molti. Ma per chi sia venuto qui nel fiore della giovinezza, con quell'irresistibile bisogno di aprire il proprio cuore e di gridare: Guardate! che ci assale appunto negli anni in cui si comincia a esser uomini e s'è tuttavia un po' fanciulli; per chi sia venuto qui coll'intima coscienza di esser atto a fare qualcosa, senza saper che, nè come, nè quando; con un presentimento confuso, con un desiderio inquieto, con quella forza dentro che s'agita, e tenta e non rinviene l'uscita; per chi, essendo venuto qui in quello stato, abbia sentito, al lume di questo cielo e all'ombra di questi monumenti, squarciarsi come un velo che gli avvolgeva l'ingegno, tutte le facolt
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