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Aggiornato: 4 giugno 2025
Che per entro l'inferno a' suoi desiri De gli empi spirti ogni contrasto è vano, Nè mai sa ritrovar, salvo martiri, S'a lui rubella l'ardimento umano. Ei del gran Ciel d
La tua cuna, la morbida coltricina ti aspettano invano stasera, ben mio; pure hai le mie ginocchia per letto, hai per guanciale il mio seno: il seno di una madre: puoi tu desiderar di meglio? Oh no? Tu poppa in pace. A me sola i guaj, a me la tempesta, a me l'inferno. O Signore! O Madonna santa!
Corporale le portano e' servi miei, ma la mente loro è libera; cioè che non sente fadiga della fadiga, perché ha acordata la sua volontá con la mia, la quale volontá è quella cosa che dá pena a l'uomo. Pena di mente e di corpo portano costoro e' quali Io t'ho contiati che in questa vita gustano l'arra de l'inferno; sí come i servi miei gustano l'arra di vita etterna.
84 Sopra di lei più lance rotte furo; ma tanto a quelli colpi ella si mosse, quanto nel giuoco de le cacce un muro si muova a' colpi de le palle grosse. L'usbergo suo di tempra era sì duro, che non gli potean contra le percosse; e per incanto al fuoco de l'Inferno cotto, e temprato all'acque fu d'Averno.
Ed essendo egli da l'uno capo della chiesa, ella si pose da l'altro, però che l'obbedienzia non le concedeva che ella stesse ine. Ella si pose con grandissimo pianto, dicendo: O miserabile anima mia! e non vedi tu quanto di grazia tu hai ricevuto, che tu se' nel tempio sancto di Dio e hai veduto il ministro, che se' degna d'abitare ne l'inferno per li tuoi peccati?
Coraggio, mio figlio! gli disse. E perdonatemi! È avvenuto per colpa mia, tutto ciò. Porto sfortuna a chi mi vuol bene. Oh, non dite, mio signore, non dite! gridò il Fiesco, intenerito. Era il destino. Ma io mi ucciderò, se non la salvo. Un delitto! Non lo pensate neanche. Eh, io non sono un santo. Senza di lei, meglio l'inferno! E non l'ho io gi
E in tanto è unita la sua volontá con la mia che, vedendo il padre o la madre il figliuolo ne l'inferno, o il figliuolo la madre, non se ne curano; anco sonno contenti di vederli puniti come nemici miei. In neuna cosa si scordano da me: e' desidèri loro sonno pieni.
Mentre che di se stessa il duol la toglie, Ed ogni senso passion le fura, Andiam; chè le sue strida, e le sue doglie La morte a sofferir mi farian dura; Tu de l'inferno ad appagar le voglie Con l'arte occulta, e col saper procura, Io darò 'l sangue, e serberovvi in vita Il gran signor con la mortal ferita.
Quella cattiva donna mi ha messo l'inferno, il fuoco, nel cuore. Non ho mai sofferto tanto.... E per spiegare a sè e a Bruno l'agitazione che la faceva tremare, seguitò: È lo spettacolo della sua sfacciataggine, del suo ardire, che mi fa male. Non sapevo che una donna, una donna rispettabile, può aver tanta impudicizia. E ciò mi sconvolge. Senza dubbio! confermò Bruno.
Dunque vedi che sonno miei ministri a crociare i dannati ne l'inferno, e in questa vita ad exercitare e provare la virtú ne l'anima. Non che la intenzione del dimonio sia per farli provare in virtú, perché egli non ha caritá, ma per privarli de la virtú, e questo non può fare se voi non volete.
Parola Del Giorno
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