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Aggiornato: 8 giugno 2025


Così egli cercava di eccitare gli animi contro la ragazza, pensando che nel timore dello scandalo, il parroco l'avrebbe mandata via; e allora, che dolce vendetta! La Nunziata Meroni, a cui premeva di mettersi nelle buone grazie del padrone andava ripetendo con la sua voce falsa: Ha fatto male la Cristina, molto male! Tutto si perdona: ma cacciare il padre, metterlo sulla strada, no. È vergogna!

Lei prendeva quei modelli con mal garbo, dichiarava che erano sciocchezze, che un bel punto semplice valeva sempre meglio, che, del resto, lei non era capace d'imitare quelle corbellerie; che, neppure sapendo, l'avrebbe fatto, perchè non metteva conto; erano idee da gente leggera; preferiva perdere la pratica del negozio che sottomettersi a fare quelle stranezze....

Ma in cuor suo cominciava a pensare che Iddio non l'avrebbe aiutato e che Pistoia non avrebbe ammirato nulla di suo. Tra i pensieri del giovine pittore c'era anche quello che Tuccio di Credi dovesse andare quella sera, o la mattina seguente, a cercarlo.

Era, per solito, in quell'oretta gioconda, che nel cervello di Alfonso Errera pullulavano bizzarrie originali, che tosto metteva in esecuzione, senza che il compagno gli si opponesse mai. Anzi, diventava il suo compare, il suo complice. Certe volte, entrava in tutti i negozi d'orologiaio per chiedere: Scusi: ce l'avrebbe una ventina d'ore pomeridiane, magari usate, ma da spender poco?

Rispose che conveniva con lui su' vantaggi di quel matrimonio; ma che non l'avrebbe contratto, per la semplice ragione ch'era troppo giovine, e non voleva incatenarsi per sempre senza mature riflessioni. Però due giorni dopo andò a far visita alle Ascenti. Trovò la povera Rosalia acciaccata assai.

Lo conoscevano tutti per un fido del marchese; mezzano delle dissipazioni di lui: adoprato dal gentiluomo in bassi servigi, di cui era sempre riuscito a ottenere la più larga rimunerazione. Il marchese l'odiava e lo ricercava: lo fuggiva e gli era necessario: non l'avrebbe voluto vedere, ma gli era forza comportarlo: poichè tale è la lega che si forma di solito fra i tristi.

Come adunque non l'avrebbe creduto il principe, che l'adorava?... Aveva errato nell'amare quella fanciulla d'indole più che perversa, sopratutto se per lei aveva tradito un'altra; ma ora, come presumere ch'ei si arrestasse? Chi saprebbe farlo su un delizioso pendío cosparso di fiori, ai piedi del quale non scorge il precipizio in cui può cadere?

Lunga assai; ma in quel punto, tanto n'era rimasto turbato, il capitano Fiesco l'avrebbe desiderata più lunga e più chiara; rinunziando magari alla benedizione di quel re, che non era passato mai per uno stinco di santo. Si viene a mezza spada.

Ma c'è de' guai, sapete: quel signore ha arricciato il naso sul conto.... figuratevi! che cosa ne sanno gli uomini? ho avuto bel dire, che non si stava in sul tirato, che c'era appena da vivere.... non l'ha voluta capire.... Per dir tutto in una parola, s'è concluso che quel conto l'avrebbe saldato la sua signora zia, e che si tornasse, o s'avesse a mandare per questa faccenda. Che cosa volete?

Era l'ultima sua speranza, era l'ultimo filo di salute; se quella riesciva a non altro che ad un disinganno, se questo gli si rompeva tra mano, egli era senza redenzione perduto. La sua famiglia sarebbe stata cacciata sulla strada, e il freddo e la fame si sarebbero disputato a chi più tosto l'avrebbe morta.

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