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Aggiornato: 19 giugno 2025
Appena l'uscio si fu richiuso dietro Bardelli, Diana, come esausta di forze, si abbandonò sulla sedia e si coperse il viso colle mani. Le pareva d'uscire da un sogno. Era possibile? Eugenio Bardelli, il giovine goffo, impacciato, dall'aspetto d'adolescente, ch'ella, a Torino, era usa a vedere ogni giorno e a trattare con la dimestichezza d'uno di famiglia, il piccolo Bardelli le aveva fatto una dichiarazione d'amore? A lei che non aveva da rimproverarsi la più innocente civetteria con nessuno, a lei per cui la donna galante era un fenomeno incomprensibile? Ed ecco che ora un'amicizia di oltre tre anni era rotta per sempre e Bardelli non sarebbe entrato più in casa!... Oh, egli aveva ben compreso che non poteva rientrarvi, e Diana gli era riconoscente di essersi licenziato da sè... E pure, a pensare ch'egli non sarebbe venuto nè quella sera, nè il dì appresso, nè mai, ch'egli non avrebbe mai ripreso in collo Bebè a cui voleva tanto bene, ella provava una pena, uno strazio!... E l'assaliva il dubbio d'esser stata troppo rigida, troppo impassibile, e la crucciava il rimorso di non aver saputo fermar sul labbro dell'imprudente ragazzo le frasi irrevocabili... Se subito, assumendo verso di lui non gi
O se, essendoci, fosse un brutale e orrendo personaggio? Poi un altro terribile pensiero l'assaliva. S'egli non la trovasse bella quanto se l'aspettava?
La suonatrice ricominciava il suo pezzo: rifece tutto il cammino percorso. mettendovi anzi più anima, risalì la gamma placida, quella del riso argentino, montò al momento agitato, arrivò al culmine e l'urlo selvaggio si intese di nuovo: di nuovo aveva sbagliato e questa volta anche peggio. Si ostinò, e per tre o quattro volte di seguito, principiò da capo per finire sempre nell'istesso modo: ci metteva una pazienza, un'attenzione mirabile inutile. Quando giungeva al punto fatale, un timore panico l'assaliva, non era più padrona di sè; esitava e cadeva; non le era possibile superare quel punto; era un problema chiuso, una difficolt
Valenzia era pur sempre piena del pensiero del suo Alberigo ma quella sua vita claustrale, il silenzio non mai interrotto delle eterne ore del giorno, quel non so quale sgomento di un avvenire incerto e sventurato che l'assaliva di tratto in tratto, la lontananza del padre suo, che le si era più e più fatto caro appunto per la disperazione di poterlo rivedere; in una parola una ragione di vita così opposta a quella che aveva vissuto nella brillante e romorosa Venezia, dove non era stanza per quanto segreta e interna, nella quale non pervenisse un'onda di frastuono ad indicare l'esistenza e l'operosit
Da tutte le parti il dolore l'assaliva e cresceva, cresceva; l'atterrava, le negava ogni scampo. Si sentiva soffocare, le pareva di andare sotto, sotto, come suo padre, nell'acqua gelida e limacciosa. Ma quegli ossessi gridavano continuamente, e i sassi volavano. Ella ebbe un altro scoppio. Non era meglio sfidarli, rischiar la vita... finirla?... Spalancare la finestra?
Allora l'assaliva una rabbia di un genere particolare che la traeva a maledire la propria sorte, ed era in que' momenti specialmente che le entrava in cuore quasi una certezza crudele che il suo Fossano non sarebbe tornato mai più.
Se la malinconia l'assaliva qualche volta, era una malinconia vaga, uno scoraggiamento del quale non accusava Alberto, ma sè stessa.
Mi ami sempre? Spesso egli le faceva questa domanda, ed ella gli rispondeva di sì. Che cosa poteva rispondergli? Che altra scusa aveva se non quella di amarlo? Ma di tratto in tratto l'assaliva il dubbio che non fosse vero, ch'ella non avesse nemmeno questa scusa, l'unica buona. Oggi ella rispose sospirando: Pur troppo. Perchè pur troppo? Perchè?
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