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Aggiornato: 21 maggio 2025
Madonna Fiordalisa ha un'aria così mutevole! Aria mutevole! aria mutevole! borbottò mastro Jacopo. Non so che cosa intendiate di dire, con quest'aria mutevole. I vecchi pittori non le conoscevano, queste novit
Immaginate l'allegrezza di Spinello; io rinunzio a descriverla. Mastro Jacopo ripigliò: Per far bene, è dunque mestieri d'essere innamorati? Ahimè, ragazzo mio, a questo patto io non farò più nulla di buono, poichè la stagione degli amori è passata.
Quando nel 1473 morì Jacopo Lusignano re di Cipro, Catterina Corner veneziana a lui disposata nel 1468 assunse le redini del governo dell'isola in nome del figlio che, postumo al marito, le nacque. Pochi mesi visse il fanciullo e, lui morto, la Corner rimase sola a signoreggiare il reame.
Il conte Jacopo, per darvi un'idea del personaggio, anche fisicamente considerato, era vecchio, ma d'una vecchiezza ancor verde e non senza pretese. Rapato la testa, rase le guance, senza ombra di baffi sotto il naso, era una figura di cortigiano del buon tempo, in cui si era dovuto rinunziare alla parrucca incipriata, ma si protestava sempre (molto innocentemente, per verit
Io per altro l'ho consolata, dicendole che la rottura d'uno specchio porta sventura, bensì, ma solamente a chi lo ha lasciato cascare. Non ho detto bene? Ma lasciamo queste ragazzate; conchiuse mastro Jacopo; e andiamo a tavola, con la benedizione di Dio.
Tutti e tre non vanno col loro Commento oltre la Cantica dell'Inferno. Solo Jacopo sembra avesse in intendimento di chiosare anche la Cantica del Purgatorio, ma non si ha notizia, fin ora, che il recasse in atto. Concludiamo: noi non abbiamo risparmiato cure in questa pubblicazione e crediamo aver gettato ampia luce su un punto, sì controverso, della nostra storia letteraria.
«Acciò che del frutto universale novellamente dato al mondo per lo illustre filosofo Dante Allighieri fiorentino con più agevolezza si possa gustare per coloro in cui il lume naturale alquanto risplende senza scientifica apprensione, io, Jacopo, suo figliuolo ecc.».
Gino parlava, e parlando interrogava con gli occhi la faccia di suo padre. Quella faccia era muta, e il nostro giovinotto poteva temere di non aver favorevole il suo giudice. Perciò fu grande la sua maraviglia, quando, finita la sua esposizione, si sentì dire dal conte Jacopo: Va bene. Ah! esclamò egli, sollevato.
Se non è che questo, disse Gino, appena un sospiro del conte Jacopo gli permise di collocare una frase nel discorso, ci sono sul Modenese altre ricchezze e maggiori di quelle che può darci un'alleanza coi Baldovini. Ci verremo, alle maggiori, ci verremo; rispose il conte Jacopo. Ma i Baldovini non hanno solamente ricchezze; hanno credito. La marchesa Polissena è potente a Corte.
Ma un uomo di gran sapere, lo Scheffer-Boichorst, fu il primo a dimostrare di quanto rilievo fosse il breve Commento e vi rivolse l'attenzione degli studiosi. Egli pose in chiaro l'analogia che è fra alcuni brani del Commento e il Capitolo di Jacopo, intitolato Divisione: e analogia di sostanza e di dettato.
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