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Aggiornato: 26 giugno 2025
Possibile? Quando non ne potei dubitare mi fermai con un ma...? interrogativo. È necessario rispose Topler vivacemente, afferrandomi per un braccio è necessario. Ma non è possibile! esclamai. Non credo che nessuno si sia trovato in un imbarazzo simile. A fronte del professor Topler, in quello stato di cose, mi poteva condurre un insulto, una sfida, e non altro, viva Dio.
La contessa Ginevra, la contessa Maria, il dottore, Bice stavano nel salotto attendendolo. Per la prima volta, dopo tanti anni, nell'entrarvi si sentì preso da un imbarazzo doloroso. La sua bella testa, impallidita in quei giorni, aveva un'espressione tale di sofferenza che la contessa Ginevra se ne accorse subito, e gli chiese affettuosamente: Siete dunque stato male, mio caro professore?
A pochi passi dal cancello della Drachenburg incontrai Steele. Sorrideva, ma con imbarazzo; e mi chiese subito, con gran premura, le mie impressioni. L'osservai, era pallido; vide un sospetto negli occhi miei e fece atto di trattenermi Dio mio! esclamai, slanciandomi avanti. Cosa c'è? Egli mi afferrò alle braccia e ripeteva: Si fermi, non c'è niente, ma si fermi un poco.
Il colonnello entrando ci chiappò sul covo e ci pose in grave imbarazzo, perchè io tenevo in mano il corpo del delitto.
Il vecchio s'alzò, poco persuaso, mi parve; e uscì dalla stanza brontolando, senza salutarmi. Scusi, disse il professore, il mio riverito fratello, non sapendo... non potendo... era una cosa convenuta fra la signorina e me... Forse aveva preparato un esordio, ma per effetto della commozione o del suo naturale imbarazzo, si smarrì nella prima frase, rinunciò all'esordio.
Egli temeva di apparirle improvvisamente, tristamente, vecchio come agli occhi del mondo in quella lunga funzione del loro matrimonio. Quindi il suo imbarazzo si apprendeva insensibilmente anche a Bice. Nell'incontro di un carro di fieno, che urtò quasi la carrozza, ella diè un grido. Allora parlarono.
Dal mattino, dall'arrivo del padre che li aveva uniti in un abbraccio, erano costretti a darsi del tu, a chiamarsi per nome, ad usarsi quelle affettuose compitezze che sono di due sposi ancora innamorati: e per una parola, per una intonazione di voce, per un ricordo fuggevole del passato, Guido impallidiva, Emma arrossiva ed un imbarazzo visibile regnava fra loro.
Duca, rispose il frate anch'egli con alterigia, se io m'interposi a favore de' miei nipoti, se gli ho riconosciuti, vuol dire che essi ne sono degni, e degni quindi anche di portare il nome degli Isola. Maledetto! disse tra sè don Francesco.... Però senza il menomo imbarazzo: Ne sono persuasissimo, padre; ma mi sembra naturale che desideri saperne anch'io quanto ne sapete voi.
Un vivo rossore coperse le sue guance smunte appena lo vide, poi s'alzò con un lampo di vera gioia negli occhi, e gli andò incontro vivamente, senza pensare a ciò che facesse, ch'era presente la mamma. Alle domande premurose del giovine rispose con un certo imbarazzo ch'era stata ammalata; però ora si sentiva meglio: volle sapere dov'era stato, perchè non era venuto a salutarle prima di partire.
Perchè, sentendo vacillare la confidenza in sè medesimo, così si smarrisca e si prostri, da non poter levare la voce severa del rimprovero. Ortensia mi guardò e chinò il capo. Forse ella leggeva nel mio seno la tempesta che vi ruggiva, comprendeva il mio imbarazzo, ne aveva piet
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