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Aggiornato: 23 giugno 2025
Eppure voi m'insegnereste, illustrissimo, che in questi maneggi non conviene mai lasciarsi trasportare dall'impazienza, ma temporeggiare bensì, e lavorare di queto. Leone si comporter
Breve instruzione sopra il discorso fatto dal magnifico messer Gasparo Scaruffi per regolare le cose delli danari All'illustrissimo signor mio osservandissimo il signor conte ALFONSO ESTENSE TASSONI dignissimo giudice de' savi e consigliere secreto del serenissimo signore, il signor don Alfonso quinto duca di Ferrara Illustrissimo signore e patron mio osservandissimo,
Che io possa morire, Illustrissimo, se ne so qualche cosa. Eh! vedo che anche voi perdete il buon senso, non vi conosco più. Perdoni.... Non importa. Posso farla vedere alle canonichesse e a tutto il partito.... Io, me la rido, ah! ah!... Mi sento consolare, vedendola a ridere.
Illustrissimo, sì. Le sei divise son pronte in casa sua. Mastro Nicola se n'è andato ieri a Molassana; così il suo figliuolo, rimanendo solo in casa, avr
Sì, illustrissimo. E ciò dicendo discendeva l'erta e si faceva presso a Manfredo. Se voi vi rallegrate, continuò, perch'io sia scampato dai Francesi ed abbia ricuperata la mia libert
Il notaro Ribaldella, che si agguantava alla fortuna del Luciani come all'ancora della speranza, presagendo imminente qualche grave scandalo, con quella sua fisonomia da tantummergo, troncò le parole dicendo: Illustrissimo signor Presidente, voi che siete così solenne maestro di proverbii, rammentate avermi ammonito più volte, che chi troppo l'assottiglia la scavezza: se la bont
È strano che non si fidino neanche di mio padre. Che vuole, illustrissimo? Così è; rispose il servitore. Ma io li ho serviti bene, da vecchio carbonaro. Carbonaro, tu, Giuseppe? A quei tempi, sì. E in casa di mio padre? Ho sempre fatto il mio dovere, signor conte. Lo so, e non parlavo per questo; disse Gino. Ti esprimevo la mia meraviglia e nient'altro.
Soffre, illustrissimo? domandò questi rispettosamente, ma con quell'accento affettuoso e quasi familiare dei servitori del vecchio stampo. Sì, Giuseppe, e molto; rispose il conte Gino. È dolorosa, ripigliò allora il servitore, dover lasciare da un momento all'altro la sua citt
Su, mastro Alessandro, da bravo... agguantamelo con un altro squasso dei buoni, appoggiate ambe le mani ai bracciuoli del seggiolone, e mezzo ritto con la persona, insisteva l'auditore Luciani. Non monta, Illustrissimo; l'ultimo squasso glielo ha dato la morte. Come? come? È morto? imbestialito urlò il Luciani. Perchè lo avete fatto morire voi?
Ma don Aquilino, con la troppa sua paura in corpo, era sparito: e a' due giovani, per quanti passi spendessero, nessuno seppe dar novella del dove fosse ito a finire. E anche di poi, per quante ricerche facesse tentare il suo illustrissimo padrone, non fu più udito parlare di quel pretoccolo, l'ultimo forse di coloro che saranno immortali ne' versi del buon Carlo Porta.
Parola Del Giorno
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