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Aggiornato: 25 giugno 2025


Di che seguí un bene, che de' versi non sarebbe seguito: che, senza tôr via lo esercitare degl'ingegni de' letterati, egli a' non letterati diede alcuna cagion di studiare, e a acquistò in brevissimo tempo grandissima fama, e maravigliosamente onorò il fiorentino idioma.

Nello scendere a terra un urlo d'entusiasmo lo saluta, facendogli suonare all'orecchio nel dolce idioma natio quel grido d'ammirazione che da tanti e tanti anni non aveva più udito se non in lingua straniera, in terra straniera. Non perdette tempo Garibaldi.

Eh bien, arrivez donc, mon cher!... gridò il contino, udendo il passo di Ariberti sulla soglia. Quel bonheur de vous voir!... Ma che avete? soggiunse tosto, mutando idioma ed accento. Siete pallido come un moribondo. Signor conte, disse Ariberti, con aria abbattuta, c'è di peggio; sono un uomo morto. Diable! E che cosa vi è intervenuto? Che sono stato insultato, provocato a duello ieri sera.

E parlò lungamente, con grande scioltezza di scilinguagnolo, in quel suo strano idioma, così ricco di dittonghi e di suoni gutturali; parlò lungamente, facendo inarcare le ciglia del re di Bohio, che di tanto in tanto si volgeva a guardare gli stranieri, chinando la fronte e levando le palme, in atto di adorazione.

Il 20 luglio 1673 i padri domenicani presentarono nel collegio la lettera dell'arcivescovo di Nashirvan [Documento LVI] e quella del re di Persia, esprimendo in idioma turco lo incarico avuto dallo sh

Ma Anne-Marie era la creatura del suo ambiente. Anne-Marie metteva degli abiti foggiati e cuciti da Minna; e portava in testa un piccolo e piatto cappello rosa che pareva un coperchietto. Anne-Marie aveva parlato italiano come una principessina di Toscana; ma il suo inglese, imparato dai tedesco-americani della Settima Avenue e dell'82.ma Strada, era un idioma orrido e grottesco.

L'altro allora incominciò a parlarmi un idioma armonico e strano che non avevo inteso mai; il suo accento terminava come interrogandomi. Quella voce mi penetrava nell'udito così soave che il mio sdegno nascente scomparve e fece luogo a un moto primo di simpatia.

come modesto soverchiamente in proposito dello idioma, che oggi presumono insegnarci questi bizzarri fratelli piemontesi egli scriveva: «Stranio innesto son io su tosco stelo

Dettati nel puro e gentile idioma toscano, questi libri parlano al fanciullo il suo linguaggio, lo dilettano, lo avvezzano a vedere, ad osservare il mondo esteriore, come ad amare il bene morale.

Mi recitarono dei versi in lingua catalana. E dico lingua, perchè ha una storia e una letteratura propria e non fu relegata allo stato di dialetto che dal predominio politico assunto dalla Castiglia che impose l'idioma suo come idioma generale dello Stato.

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