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Aggiornato: 8 maggio 2025


Mentre Nancy, come una principessina indolente, sorbiva col dito mignolo in aria, il suo cioccolatte, Adele apriva la corrispondenza. Leggeva ad alta voce anzitutto i ritagli di giornale che parlavano di Nancy; poi le domande di autografi, che venivano accuratamente messe da parte. Di queste s'incaricava Adele, che, secondo lei, scriveva l'autografo di Nancy meglio di Nancy stessa.

La voce di lei sembrava una musica, ammaliava. Sebbene andasse appena pe' sedici anni, le sue movenze eran tutta grazia e disinvoltura, non aveva il solito fare impacciato delle giovanette. poteva rinvergarsi od immaginarsi la più colta ed assennata principessina in tutto l'universo mondo.

Ma Anne-Marie era la creatura del suo ambiente. Anne-Marie metteva degli abiti foggiati e cuciti da Minna; e portava in testa un piccolo e piatto cappello rosa che pareva un coperchietto. Anne-Marie aveva parlato italiano come una principessina di Toscana; ma il suo inglese, imparato dai tedesco-americani della Settima Avenue e dell'82.ma Strada, era un idioma orrido e grottesco.

Diventar moglie di uno capace di far morire un favorito sotto le verghe, perchè ha trovato una mosca nel bicchiere! Uh, povera principessina!

Ti basti che arrivammo, io nel mio costume di Montecarlo, col mio cappello guarnito d'osprey e le mie scarpette lucide e impertinenti; Anne-Marie, con un'aria di principessina svogliata; e Aldo un pallido Antinoo, con quarantacinque dollari nel portafogli. E venne la Via Crucis del cercare alloggio. Mamma, ma fui io mai al Grand Hôtel a Roma?

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