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Aggiornato: 10 giugno 2025


Qualche volta, sui primi tempi, ricordando le favole dell'infanzia e le belle fantasie del poeta così caro alla sua famiglia, la fanciulla dei Guerri si figurava di essere una principessa chiusa da qualche scongiuro di strega in un castello incantato.

È la tua ultima parola? , padre mio, l'ultima. Mi farai morir di crepacuore, o di rabbia; brontolò il vecchio Guerri. No, padre, non mi dir questo! Sarei capace di andarti dinanzi, sai? Mi ucciderebbe lo spavento. Promettimi di esser calmo e di vivere per i tuoi figli, che t'amano tanto! Son forte io, donna, e non lo sarai tu, uomo, provato a tutti gli affanni della vita?

Bene, si consideri per oggi un Guerri anche Lei, un fratello minore, un figlio della famiglia; replicò il signor Francesco. Le dispiace, forse? No, davvero, e quando è così non parlerò più del mio nome, neanche domani; disse Gino sollecito. Son Gino Guerri, adunque. È un bel nome; suona bene!

Gino fu accolto con gran festa alle Vaie. Come aveva trovato il soggiorno di Querciola? Brutto, naturalmente; ma tanto meglio per i Guerri, che avrebbero avuto la fortuna di vedere il loro ospite più spesso. Si capisce che tornò in campo la proposta gi

Mentre egli ammirava tacendo, i suoi compagni si affollavano intorno alla barca, che i boscaiuoli di casa Guerri avevano tirata lassù a forza di braccia. Non era una barca molto grossa; era un burchiello, capace di due persone sedute e di una terza che stesse al maneggio dei remi. Ma era la prima che andasse lassù, e alla Ninfa del lago poteva parere una grande maraviglia.

Quella notte, nel letto ospitale dei Guerri, il conte Gino Malatesti sognò grandi cose. Il duca di Modena era fuggito; la sua citt

Meglio così! disse il Guerri. Noi ci saremmo compromessi per un ragazzaccio, e la cosa non sarebbe stata da gente seria come noi. A me, veramente, ne importava tanto come a voi. Ma i miei figliuoli!... Vedete? Io non vorrei che Aminta avesse da dimostrare il suo amore per la patria andando a marcire in prigione. Quando verr

Ve ne sarò grato, mio buon Paolo! disse il vecchio Malatesti. E ai signori Guerri... disse Gino a sua volta. Ai signori Guerri nessuna molestia, non è vero, Eccellenza?

Pure, mettendo da parte il sospetto della gelosia, il guaio non era che più grande per lui. Polissena, volendo dare la sua figliuola ad un Malatesti, conosceva il segreto di lui: e Gino e i Guerri, pur troppo, erano in balìa di quella donna, poichè ella conosceva il ministro e lo muoveva a sua posta.

Mi abbracci, signor Francesco.... padre mio! Il vecchio Guerri gli aperse le braccia e lo tenne lungamente stretto sul cuore; poi si ritrasse, e col rovescio della mano cacciò una lagrima importuna dagli occhi. Mi permettono, le signore? ripigliò Gino, accostandosi alla signora Angelica. In altri tempi si usava, e l'uso era bello.

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