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Furono ospiti terribili. Gli ufficiali svizzeri erano buoni e cortesi, assuefatti oramai alla dolcezza della vita napoletana, avendo lasciato a Napoli casa, famiglia, figliuoli, amici; addolorati di quella guerra che sentivano inutile, addolorati per quella causa che sentivano perduta: ma i soldati non tolleravano più freno di disciplina, erano diventati ribelli a ogni ordine, si abbandonavano alla ubbriachezza, al gioco. Dopo tre giorni avevan consumato tutto il vino, tutto l'olio, tutta la farina di don Ottaviano: e chiedevano ancora, insolentemente, bastonando i contadini, sgozzando le galline. Le vecchie zie, le donne antiche di casa stavano chiuse nello stanzone di famiglia; tacevano, non osando neppure di filare, pregando mentalmente. Le serve erano in cucina, intorno a certi caldaioni dove cuocevano i maccheroni, che non bastavano mai. Tutta la notte era un cantare, un urlare, un litigare: don Ottaviano, chiuso nella sua stanzetta, leggeva ad alta voce i salmi penitenziali, per quietarsi o per stordirsi, ma non poteva dormire, il poveretto. Ma la più forte, sebbene la più minacciata, era la signora Cariclea, la moglie dell'emigrato. Lo sapevano bene, i soldati, che era la moglie di un cospiratore, di un nemico, di uno che aveva tolto Napoli a Francischiello, e ogni volta che ella compariva sulla terrazza o attraversava il cortile, vi era un mormorìo crescente di ostilit

E da ponente e tramontana non molto lontan dal mar Caspio, stanno in un angolo i Georgiani, cristiani di religione, valorosissimi soldati et devotissimi alla corona di Persia se ben sono signori liberi. Questi han fatto in suo servitio el tuttavia fanno dai lor confini, mortal guerra col sig. Turco, con perdita di qualche parte del loro stato et della loro più principale fortezza detta Tiflis .

Ella tornava un da una vittoria Suprema, cinta d'abbagliante gloria. E bella al par d'una immortai guerriera... Il suo serto splendeva nella sera Siccome un sol notturno sulla terra, E il popol suo e quello vinto in guerra Tremavano davanti al suo passaggio. Ed il cielo taceva sovra il maggio Fiorito e caldo, e la citt

Ora, vedete bel caso, quest'oratore fu bensì uno di loro, ma figliuolo a Marco, signore di Osiglia, che tra tutti i collegati era il meno amico a Galeotto e il più tiepido nei consigli di guerra.

Garibaldi, Mazzini e tutte le coscienze eroiche della rivoluzione erano morti; una volgare democrazia snaturava la grandezza del loro genio e del loro carattere nelle più miserevoli interpretazioni; non si voleva nessuna guerra coll'Africa riconoscendole lo stesso diritto nazionale dell'Italia; si confondevano storia e preistoria, si pareggiavano le loro diverse epoche e le loro contradditorie personalit

Ordina quindi l'invio di essi accusati avanti questo Tribunale di guerra competente a giudicarli. Milano, addì 17 luglio 1898. Il Sostituto Avvocato Generale Militare in missione E. BACCI. La sentenza contro i deputati

Il moto italiano era moto nazionale anzi tutto, moto di popolo che tende a definire, a rappresentare, a costituire la propria vita collettiva, dovea sostenersi e vincere con guerra di popolo, con guerra potente di tutte le forze nazionali da un punto all'altro d'Italia.

Roma cittaduzza latina avea sanciti trattati di navigazione con lei , Roma giá potente gli avea rinnovati . Ma ora Roma cresciuta in signoria ed ambizione occupava Messina . Cartagine nol patí, e la guerra diventò terrestre insieme e marittima.

2 maggio 1849. Le truppe napoletane hanno invaso il vostro terreno, e marciano su Roma. Cominci la guerra del popolo. Roma far

O sospetti, o colpevoli condannati al silenzio o alla guerra esosi agli uomini che parteggiano per le vecchie dottrine, o traditori alla patria che le provava fino ad oggi inefficaci e funeste.