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Aggiornato: 22 maggio 2025
Qui l'amico si fermò, si turbò, e stette qualche minuto immobile, col capo basso, occupato da un pensiero triste. Poi alzò la fronte corrugando le ciglia, coll'aspetto di chi afferra il filo di una reminiscenza lontana, e riprese a bassa voce: ....Piazza Castello pareva un mare di teste; c'era mezzo il popolo di Torino. Migliaia di voci cantavano l'inno di Goffredo Mameli. L'entusiasmo toccava il furore. Centomila visi erano rivolti alle finestre dove stavano i deputati della Toscana. La gente gridava loro cose, l
«La nave giunse finalmente nelle acque di Soria, in vista di Tripoli. Trascinatosi a stento sul cassero di poppa, Goffredo Rudel salutò le bianche torri della sospirata citt
Ma egli tremava ancora di rivelare il suo segreto; e fino ad opera finita giurò di serbarlo gelosamente. E però volle da Costanzo la promessa che non avrebbe detto mai nulla a persona viva; e il brav'uomo gli tenne parola. Egli intanto, la notte, nel silenzio della cameretta, rileggeva il Goffredo, disegnava, schizzava di nascosto la sua composizione.
Sicuro! ed Enrico III, che anima nobilissima e generosa aveva, lo guarda un momento, indi l'alza, e ponendogli famigliarmente la mano sulla spalla, gli dice: Cavaliere! va pure superbo di aver salvata la vita ad Enrico III. Non vogliam noi togliere giovane tanto prezioso e fedele al marchese Goffredo nostro parente: ma se nulla mai potessimo fare per te in qualunque tempo perchè noi ne lasceremo altresì memoria nel nostro testamento per la beata vergine di Goslar! non devi che dire una parola sola, e chiedessi tu il più bello dei nostri feudi imperiali, ti sar
E forse la giornata si sarebbe decisa per loro, se Gozzelone di Lorena non pigliava la battaglia coi suoi valorosi cavalli, e con truppa fresca d'ogni lato investendoli, ristorava la fortuna inchinata degli imperiali. Ed è egli vero che lo stesso re si avventò fra i nemici e fece miracoli non mai più veduti di valore? dimanda Goffredo.
Nelle ore pomeridiane i tentativi di riprendere le posizioni perdute, furono dai garibaldini rinnovati con grande energia ed insuperabile eroismo; nonostante le perdite gravissime, i Legionari, i bersaglieri del Pietromellara e quelli del Manara si slanciarono ad un nuovo attacco anche contro il Casino dei Quattro Venti: i due aiutanti di Garibaldi, Goffredo Mameli e Augusto Vecchi erano alla testa dell'ardita falange, il primo, Goffredo Mameli, caro sopra tutti a Garibaldi, ne riportò una ferita mortale.
Così finì il racconto di Aloise di Montalto, che, interrotto sul principio dalle gaie considerazioni della brigata, fu poscia, a mano a mano che si avvicinava alla catastrofe, ascoltato con molto raccoglimento da tutti, segnatamente dalle tre dame. Se amassero tutti come Goffredo Rudel! disse la bianca Maddalena. Ma, pur troppo, nella vita comune non sar
«Furono le ultime parole di Goffredo Rudel, che poco stante, felicissimo nella morte, com'era stato infelicissimo in vita, esalava lo spirito tra le braccia della donna adorata. La quale compose la salma di lui in una ricca ed onorevole sepoltura di porfido, su cui fece intagliare alcuni versi in lingua arabica, a ricordo di un così grande amatore.
Seguiva, scritta nel giugno del 1857, la lettera dalla campagna, che i nostri lettori conoscono da capo a fondo, avendola noi riferita, come una primizia del carteggio, allorquando ci occorse di chiarire come e perchè la marchesa Ginevra domandasse ai suoi ospiti un cenno di Goffredo Rudel e di Percivalle Doria.
Da giovine, amò, o credette di amare, una Guglielmetta di Benagues, viscontessa guascona, la quale doveva essere una gran lusinghiera, e amica del numero tre, poichè le piaceva tenere a bada, nel medesimo tempo, lui Goffredo, Elia Rudel suo cugino, e Savary di Mal Leone.» Povera viscontessa! interruppe Giulia. Non sareste per caso un po' crudele con lei?
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