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E più di questo merita nota il modo stabilito da Carlomagno per la elezione del Papa, il quale veramente altro non fece che confermare l'antico quando gl'imperatori greci dominavano Roma; il popolo e il clero lo eleggessero, lo imperatore approvasse, e poi si consacrasse; ma così ustolava il Papa per la voglia di stendere le mani, che Stefano IV succeduto a Leone senza attendere la conferma dello imperatore pigliò possesso della sua dignit

O Francesi! I popoli, il Napoleonide, tiene in mano a guisa di carte, per giocare la partita in pro suo, e dei suoi: seguita i disegni dello Zio, il quale prese per davvero che gl'Imperatori possano tenere nelle mani la palla del mondo con la croce sopra; e neppure adesso che si sente preso dentro le morse pone giù il disegno: al contrario ci s'intora acerbo più di prima; giunto in fondo degli arzigogoli avventura l'estremo per ripigliare fiato, memore della sentenza del Macchiavello: «cosa fa cosa, e tempo la governa

Anzi egli giustificò il fatto di togliere al Papa le sue terre con l'espressiva dichiarazione che egli intendeva revocare tutti i privilegi che gl'Imperatori suoi predecessori avevano concesso al Papa.

Gl'imperatori risuscitarono a poco a poco l'antica pretesa imperiale di approvare l'elezione del papa; e i papi, che dal del Natale 799 incoronarono gl'imperatori, n'ebbero naturalmente la pretesa di approvare gl'imperatori; e cosí imperatori e papi dipendettero l'un dall'altro continuamente, e dipendettero senza riconoscere bene l'un l'altro la dipendenza.

Gl'imperatori e i re la fan da devoti per meglio corbellare i gonzi; essi mantengono e sorreggono il prete per ragioni di convenienza, ma sanno come me benissimo: un chercuto essere un impostore. Il credito del gesuitismo va in ragione inversa del progresso umano.

Fra gl'Imperatori ve ne furono dei meno tristi come Trajano, Tito Antonino e Marco Aurelio. La maggior parte però furon mostri che non contenti delle immense ricchezze che possedevano nelle loro condizioni supreme, cercavano ancora usurpare le sostanze altrui, e guai al ricco Romano ch'essi potevano depredare con uno od altro pretesto!

Finalmente, gl'imperatori che avean fatte giá nell'etá passate tante concessioni alle cittá, non avean mai conceduti loro i governi consolari, e li riconoscean di fatto, ma li vedean male; mentre le cittá se n'eran venute compiacendo piú e piú da mezzo secolo.

Papa Leone si prostra dinanzi a Carlomagno e parve vile; più tardi il Papa ordinò la gente gli baciasse genuflesso il piede, e fu superbia satanica: afferma il Baronio cotesta essere costumanza antica nella Chiesa fino dall'anno 204 dopo G. C., e non è vero niente; se Maria Maddalena unse i piedi a Cristo, e lo adorò, essendo stata costei di professione meretrice non poteva mai umiliarsi troppo; ed anco per lei l'atto fu giudicato soverchio, tale che da Gesù dovesse patirsi, e non lo tacquero; il Papa ne prese l'uso dalle cerimonie, che i Romani inschiaviti adoperavano verso gl'imperatori; di vero Plinio nel Panegirico ricorda come fosse lodato Traiano perchè baciasse amorevole i senatori, mentre i suoi predecessori davano loro a baciare i piedi: forse temendo, che qualcheduno reluttante negasse curvarsi al bacio, il Papa sovrappose la croce alla scarpa; e così sempre la croce manto a coprire ogni reo intento; la croce calce ad imbiancare senza posa il sepolcro.

Egli operava così perchè Roberto Guiscardo, ricevuta investitura dei suoi Stati da Niccolò II si era dichiarato vassallo della Chiesa, in egual modo che il priore lo era per lo spirituale; perchè egli usava del diritto di difendere gli oppressi contro i potenti, e come capo dei cristiani chiamare alla ragione i feudatari, che a niuno potere inchinavansi quando gl'imperatori tanto distavano dalle loro provincie; perchè la grande idea di sottrarre non solo gli ecclesiastici al dominio laicale, ma questo sottomettere a quello, faceva un passo di più, giudicando così possenti baroni; perchè infine a tal punto lo aveva tirato dei capelli il suo cancelliere, ed un simulacro di giustizia appariva nel loro comportarsi.

I posteri unanimi a dargli nome di «magno», mille anni di storia empiuti delle cose bene e mal create da lui, le voci del popolo e la poesia che lo cantano, fanno di lui tali lodi vere, che inviterebbono a tacere anche uno storico retore o panegirista. I papi che incoronavano gl'imperatori, i re che entravano in quelle contese di famiglia, furono i soli che operassero.