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Aggiornato: 5 giugno 2025
Nella perorazione scongiurò i giudici a non lasciarsi vincere da alcuna perplessit
«Terminata la sessione, scrive Agostino Ademollo¹ i giudici si ritiravano in segreto e quindi davano la sentenza a pluralit
Pendevano dunque i giudici a volere trovar reo il Pusterla, persuasi fosse questo un atto di mera giustizia; per lo meno una conseguenza immediata e necessaria delle giustizie antecedenti. Così l'iniquit
La giovane duchessa non si smarriva. C'era, tra i giudici, un sapiente: il conte Guicciardi. Di nobilissima famiglia, le cui sostanze si erano molto assottigliate, il conte avea seguito con grande ardore lo studio delle leggi.
Poi rivolse la parola ai giudici, dicendo: Carissimi fratelli! leviamo lo spirito all'Onnipotente, e preghiamolo, perchè voglia illuminare le nostre menti, scaldare i nostri cuori, cosicchè il nostro giudizio riesca conforme ai santi consigli della giustizia, della clemenza e della carit
Compiangea il fato mio, ma pensando Qual dover mosse i giudici miei: Ma pensando che in ciel li vedrei S'io perdon ritrovava al fallir. E di grazia per me sospiroso, Supplicava ogni grazia per essi, Presentendo i reciproci amplessi L
«Il Fisco vi ha raccontato, prestantissimi giudici, come si svolgesse, giusta i suoi criterii, la scena nefasta, che macchiò di sangue la notte del 14 gennaio il Vicolo della Luna e la Piazza Luna. «Di nuovo io ammiro la fervida fantasia dell'oratore, il suo immenso, sconfinato zelo per perseguitare il delitto.
Venuti di lá lo zelante Annone con due altri arcivescovi tedeschi, ei li ricevette a Lucca, presso alle sue alleate, le due grandi contesse; e forte di tal aiuto, e di quello dell'opinione italiana, e del grande accrescimento preso da venticinque anni dalla potenza papale, rinnovò ed oltrepassò l'esempio de' papi giudici de' re Carolingi.
Veniamo alla restaurazione: fino alla battaglia di Novara ben altro sonarono atti, e parole: il Guerrazzi difendendosi da capitale accusa disse averci pensato anco prima; ma da quando in qua si pretende, che un uomo in simile stato somministri argomento ai suoi giudici di condannarlo? Certo, io lo confesso alla scoperta, un uomo della sperienza del Guerrazzi, dovea sapere che ciò non gli sarebbe stato creduto, e non lo avrebbe salvato, però era non pure animoso ma savio dire addirittura come la faccenda stava. Però se consideriamo la quasi quinquennale prigione, il tedio, l'epilessia che lo assalse, egli è più onesto desiderare, che lo facesse, che giusto accusarlo di non averlo fatto. Dopo la battaglia di Novara sì ci pensò, e fece bene: questo era il suo disegno, che parte compì, e parte rimase interrotto. Parlo cose a tutti note, da centinaia di testimoni attestate, da copia infinita di documenti fatte sicure. Solo la calunnia finge ignorarle, e la slealt
Sicchè riprese Diana il cui senso della giustizia si ribellava alle teorie di suo marito, sicchè i giudici del concorso dovranno ignorare il plagio inverecondo commesso da Quinzani?
Parola Del Giorno
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