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Aggiornato: 5 giugno 2025
Disgraziatamente vedendo all'opera questi Tribunali e questi giudici eccezionali che giudicarono nella causa propria si è costretti a riconoscere che la loro funzione fu altrettanto deplorevole quanto la loro origine e che gli atti corrisposero al sospetto che si ebbe sin da principio sulla parzialit
Chi avrebbe mai detto che un privilegio che diede tanti grattacapi a Vicerè, che turbò tanti sogni di Capitani giustizieri, che fece tremare tanti giudici, dovesse un giorno andarsi a confinare tra i divertimenti dei monelli!²⁵⁴. ²⁵⁴ Pitrè, Giuochi fanciulleschi sic., nn. 144, 188, 192; e p. LXIII. Palermo, 1883. Tout passe, tout casse, tout lasse!
Le accuse a carico di giudici piovono giornalmente sulle colonne dei giornali di tutti i partiti, ma le autorit
Subito dopo le aste vedevasi una lunga tavola coperta di ricco tappeto, intorno la quale sedevano le più belle dame romane e francesi, giudici ordinarii di quella specie di combattimenti: e la Contessa Beatrice in seggio più elevato come Regina; il Contestabile Giles Lebrun sopra uno sgabelletto a piè della tavola teneva un libro di pergamena per iscrivervi i nomi, o descrivervi le insegne di coloro che si fossero presentati a giostrare: i rimanenti Cavalieri, parte armati, parte abbigliati di ricche vesti di seta, stavano in piedi all'intorno.
Inezie. Perchè gl'integerrimi giudici dei Tribunali di guerra dovevano preoccuparsi della condanna di un innocente di più o di meno? Uccidete tutti, Dio sceglier
Ripetè più volte le sue confessioni ai giudici; non pronunziò una parola di rammarico o di pentimento; si vantò anzi del suo delitto; disse ch'era un nuovo Davide che aveva atterrato un nuovo Golía; dichiarò che se non avesse ancora ucciso il principe d'Orange, sarebbe stato disposto ad ucciderlo; il suo coraggio, la sua calma, il suo disprezzo della vita, la sua profonda convinzione d'aver compiuto una missione santa e di morire glorioso, sgomentò i suoi giudici; fu creduto invaso dal demonio; si fecero delle indagini; fu interrogato egli stesso; ma rispose sempre che non aveva mai avuto relazione che con Dio.
A Melfi indi il tramutò per lo minor caro del vitto. Ebbe sospetto in quel tempo, e forse da calunnie, che tre giudici suoi, tra quali un Quintavalle, e Tommaso di Brindisi, barese, praticassero tradimento di bruciargli la flotta; onde chiamatili a sè, mandolli alle forche come ladroni, non risguardando all'onore e privilegio dell'uficio.
E così Di Marco, disse che s'era fatto sempre gli affari suoi; Mesi, ch'era innocente come Gesù Cristo; Di Salvo, ch'era un uomo onesto; il reverendo, che lo si voleva calunniare; Raimondo, che non sapeva di che intendessero parlargli.... Secondo questi signori, pareva che i giudici avessero tutto il torto, essi avrebbero dovuto sedere sul banco dei rei, e loro giudicarli!
Illustre fu dator di leggi l'imperator Federigo: le forme d'applicarle ei dettò con senno e dottrina; se non che mescolovvi l'ingordigia fiscale. Così gli ordini giudiziali al governo angioino pervennero; nel quale essendo avarizia maggiore, e non altezza alcuna di consiglio, il buono ei contaminò di quegli ordini, il tristo ne accrebbe; e i tempî d'Astrea fe' bordelli. A magistrati affidolli, di que' che ben allignano sotto la tirannide; e più venali allor erano, perchè a' giudici annuali delle terre, anzichè darsi stipendio, richiedeasi un dritto per la loro elezione . Strani decreti Carlo dettò secondo i parziali bisogni; ogni misura passò; ogni dritto confuse. E gi
Nuovi! (soggiungeva fra Buonvicino) nuovi quanto il libro ove il più sapiente dei re scriveva: Ascoltate, o regnanti; imparate, o giudici: da Dio v'è dato il potere, ed egli interrogher
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