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Aggiornato: 24 maggio 2025
Venite voi? FRATE. Vi pare Che senza me si possa?.... BARITONO. Ebben, vi attendo.... Dell'abito più splendido e sfarzoso Vanne e ti adorna.... Al fianco del tuo sposo Tu salirai sul trono.... FRATE. Tante ricchezze.... possedete? A Dio, Al dator d'ogni bene L'inno di grazia ora innalzar dovete.... Sta a veder che costui, Perchè è basso profondo, Mi intuona adesso un'altra litania!
Veduto il tuo Giovanni e saputo dalla Concetta esser egli appunto quell'amante di cui mi avevi favellato. Ah! dissi, ecco il soccorso di Dio! e colle mani giunte, col cuore immerso nel giubilo ringraziai il Dator d'ogni bene. A Giovanni io spiegai il tutto. Lui solo può dirlo di qual gioia si sentisse compreso nel saperti ritrovata, ma ahimè! nelle mani però dell'empio tuo persecutore. Poche ore bastarono per porre in pronto il mezzo di salvarti, se pure ne fossimo stati in tempo. Il cielo secondò le nostre brame, una scala di corda e due rampini servirono per far giungere alla finestra l'Arciero, uno dei più famosi ladri della citt
La gloria è a buon mercato in Corsenna. Per quindici lire buttate via, son salito in grande estimazione presso le signore. Che buona occasione ha perduta Terenzio Spazzòli, di apparire un uomo perfetto! Ora egli ha una macchia nel suo blasone, un'ombra nella sua luce. La contessa Quarneri non è rimasta ingannata dalla supposizione che alla signora Berti era piaciuto di fare, e non crede affatto che il divo Terenzio sia stato il protettore del povero burattinaio, il Mecenate delle arti, il dator di spettacoli in piazza. Me lo ha detto ella stessa, la luminosa contessa; e in quella occasione, con bel garbo di confidenza signorile, ha preso a darmi del voi. Cosa che mi piace, e non mi piace ad un tempo. Mi piace perchè suona bene; non mi piace perchè far
Illustre fu dator di leggi l'imperator Federigo: le forme d'applicarle ei dettò con senno e dottrina; se non che mescolovvi l'ingordigia fiscale. Così gli ordini giudiziali al governo angioino pervennero; nel quale essendo avarizia maggiore, e non altezza alcuna di consiglio, il buono ei contaminò di quegli ordini, il tristo ne accrebbe; e i tempî d'Astrea fe' bordelli. A magistrati affidolli, di que' che ben allignano sotto la tirannide; e più venali allor erano, perchè a' giudici annuali delle terre, anzichè darsi stipendio, richiedeasi un dritto per la loro elezione . Strani decreti Carlo dettò secondo i parziali bisogni; ogni misura passò; ogni dritto confuse. E gi
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