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Aggiornato: 14 giugno 2025


Oltre la biblioteca, la stanza da pranzo e le stanze da gioco, v'è un salone per la conversazione e la lettura dei giornali, pieno zeppo di gente dalle quattro della sera fino a mezzanotte. Vi sono artisti, professori, negozianti, deputati, impiegati, ufficiali.

"Che gioco è questo?" domandai "Mi conduce qui per vedere una reggia araba, e mi trovo la via chiusa da un palazzo moderno? Chi ha avuto la scellerata idea di rizzar quell'edifizio in mezzo al giardino dei Califfi?" "Carlo V." "Era un vandalo.

Anchinia mi rileva, e d'ogni caso per le percosse ch'atterrato piglio presta ricorre de l'onguento al vaso. Ed io, ch'oltra 'l dolor esser vermiglio comprendo il lito del mio sangue, invoco lei con la mano posta al pesto ciglio. Ma quella mi risana, ed anco al gioco di quel mio tal destriero mi riduce, in fin che da me stesso, a poco a poco, ir poscia senza il carro ed altro duce.

Per uno strano gioco di fantasia, rivide col pensiero il suo figlioccio quando ancora bambino egli stesso. Ricordò le mille piccole vicende di quel caro fanciullo ch'egli aveva preso ad amare come suo, e s'intenerì vieppiù.

Rispuose a la divina cantilena da tutte parti la beata corte, si` ch'ogne vista sen fe' piu` serena. <<O santo padre, che per me comporte l'esser qua giu`, lasciando il dolce loco nel qual tu siedi per etterna sorte, qual e` quell'angel che con tanto gioco guarda ne li occhi la nostra regina, innamorato si` che par di foco?>>.

⁴⁵ Vedi Penes Acta, nell’Archivio Comunale, an. 1799: Memoriale dei dilettanti e giocatori del gioco del Pallone di questa citt

Alle prime scaramucce nessuno de' due avversari perdette un palmo di terreno; la giovine non ardiva ancora di servirsi di tutte le sue armi: ma a poco a poco gli assalti cominciarono a farsi più vigorosi e più incalzanti. Furlani non ne aveva la meglio: però l'amor proprio non gliene faceva accorgere; prendeva gusto anzi a quel gioco.

E qui bisogna notare, che anche il Trissino volle esser giusto e, volgendosi a un tale che gli stava presso, il quale sedeva ai terzi posti nella gerarchia delle belle lettere: Questa volta è gioco forza confessare, gli disse, che codeste stanze sono passabili.

Sentiva che ormai nulla più importava. Non posso, io, disse Aldo, che era livido. Non mi lasciano più entrare, finchè non avrò ripagato questo straccio d'elemosina! Va tu, va tu, fa presto! Nancy si alzò tremante. Ma come faccio? come li gioco? Non importa, non importa, disse Aldo. Tanto è lo stesso. E si coprì il volto colle mani.

Essa si lasciò andare, come corpo inerte, e incominciarono il solito gioco, mandandosela da una mano all'altra come una palla, ad un certo punto essa ebbe una specie di vertigine, perdette i sentimenti, sgusciò di mano alla donna e andò a cadere a capo fitto nella rete.

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