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Aggiornato: 14 maggio 2025


Fi. Soridendo fra me quieto son stato: Ad udir il tuo mal: quasi da gioco è Che un huom qual te: d'ogni virtute ornato Accender: e amorza devria ogni foco Non si vol cusì presto: haver lassato: L'ingegno: e al primo assalto: cangiar loco: Ma sempre alciarsi: e haver più l'alma accesa Che un gran cor: si conosce in grande impresa Ma dimmi il duol che ti traffiggie il core Mai palesasti a questa in alcun modo?

Come la navicella esce di loco in dietro in dietro, quindi si tolse; e poi ch’al tutto si sentì a gioco, l

Rispondimi colla stessa buona fede con cui te lo domando. Non vorrei più trattenerti a forza. Ti lascio liberissimo. Perchè ci vai? Non sei innamorato di quella donna? Chi lo sa? Dimmelo in faccia.... senza ridere. Ci vado per cercar fortuna. Ecco. Al gioco? Al gioco.... che.... esprime, il distacco del danaro.... come hai detto un momento fa? Ah! che è il segno degli uomini superiori.

Si vedeva ch'eran soldati regolari: si raggruppavano e si scioglievano con più ordine di tutti quelli che avevamo visti fino allora. Facevano un nuovo gioco. Uno si slanciava innanzi a briglia sciolta; un altro dietro subito ventre a terra.

«Si tratta di un gioco di pubblico divertimento e di decoro per altro di questa citt

Per succedere al compianto Berretta nella carica di Gran Proposto i milanesi avevano eletto Antonio Casanova. Il ragionamento degli elettori equilibristi era stato codesto: «Casanova è un furfante, Casanova è un falsario, Casanova è un barattiere da gioco; ma egli è il solo della triade che professi i nostri principii, e noi dobbiamo concordi e compatti votare per lui.

E il contino Leonardo preferiva Fortunata a tutti gli altri compagni di gioco, forse perchè Fortunata sopportava con più longanimit

Bisogna tuttavia comprendere questo gioco selvaggio per potersene lentamente inquinare come d’un malvagio vizio; bisogna che in ciò, come in tutte l’altre passioni della vita, possa il nostro cuore veder splendere un poco d’ideale.

Consunto al gioco e in femmine Degli avi il patrimonio, Ieri moría di sincope Il cavalier Landonio; Niun pianse allor che il lùgubre Caso in citt

Ed ora fra le tue onde versicolori io vedo, in un gioco abbagliante di fuochi e di specchi, tutto il passato mio che lentamente affonda!... Il mio vasto cuore affamato che un tempo abbaiava alla luna come un cane, vomitando macigni di voce arrogante nelle tenebre fonde... il mio vasto cuore affamato di polpe siderali, galleggia in balìa dell'onda come una gonfia carogna, a zampe all'aria, scortata da sciami rombanti di grosse mosche verdi... Io vedo intanto, nella tua elastica trasparenza, farsi pallide e rosee, delicatissimamente, guance molli d'amore di lontane amanti obliate.

Parola Del Giorno

imbrattato

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