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Aggiornato: 30 giugno 2025


Giunto al portone di San Francesco, posai il mio fascio, preparai pronto ad accenderlo un mazzo di zolfanelli, calcai le frasche contro il portone e gettai lo sguardo alle due estremit

Dietro la grata, aggrappata ad essa, con gli occhi atterriti, il respiro affannato, intravedevo la ragazzina che pareva stentasse a reggersi. Ah, quella maledettissima grata come resisteva!... Finalmente!... Da una sola parte però.... La spinsi indietro, per aprire un varco alla ragazza.... E gettai un urlo di orrore! La poverina non aveva potuto reggersi più!

Gettai uno sguardo nei dintorni; dappertutto vi era malinconia e le opere stesse, queste colline rosse e nere, la terra color di ferro e la polvere di ferro scintillante producevano l'effetto del deserto, come i campi di lava e di cenere di un vulcano. Una torre merlata guardava tristamente dall'alto di uno scoglio sulle miniere. Era la torre di Giove. Innanzi a queste sinistre miniere, dalle quale la furia della guerra ha portato ininterrottamente nel mondo spade, lancie e palle, e dalle quali sembra essere emersa direttamente l'et

Gettai un'occhiata sulle fisionomie; una raccolta di tipi risoluti, una collezione di occhi fieri, di baffi e di barbe dal taglio poco comune, e qua e l

No, mamma; non ho voglia. Buona notte! E baciai su la guancia anche lei. Ed uscii senza indugio, senza volgere uno sguardo a Giuliana; raccolsi le poche forze che mi restavano e, a pena fuori della soglia, mi misi a correre verso le mie stanze, per tema di cadere prima di aver raggiunta la mia porta. Mi gettai bocconi sul letto.

«Andai allo specchio e rifeci toletta; mi ravviai i capelli, rilavai le mani, ecc. Finalmente sentii il primo tocco delle otto. Era come se Max avesse bussato. Gettai alla rinfusa tutti gli oggetti da toletta nella scatola senza prendere un minuto per ordinarli; e prima che l'ottava ora fosse suonata, corsi a sedermi sul sof

Allora me le gettai a' piedi, e le proffersi tutto ciò che possedevo, purchè mi salvasse, mi salvasse. Promettetemi! gridavo piangendo. Promettetemi! Mai più! Lasciatemi almeno un filo di speranza! Cavai dalle mie dita i due preziosi anelli della mamma, strappai la perla dalla mia cravatta: ogni cosa le deposi in grembo. Maria Vergine aiutami! combatteva ella, con le mani nei capelli.

Il mio pensiero non andava al futuro per calcolarvi i mali preveduti da quel savio procedere. Stava nel presente, che aveva sognato divino e trovava arido e vuoto. Cercava il giovane innamorato e trovava l'uomo savio. Nell'amarezza della delusione gettai sulla carta questa risposta: «Massimo, «La vostra lettera è un plagio.

Parola Del Giorno

serafica

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