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Aggiornato: 2 giugno 2025
Quì dietro il sangue, che sì largo ei versa, L'anima vinta in ver le labbra invìa, E di freddo pallor la guancia aspersa, Tremando e palpitando ei si morìa. Ma ne la patria in grave duol sommersa L'antica genitrice il si disìa, E stanca il Ciel tutte le notti e i giorni, Pregando in van perch'egli a lei sen torni. Osservazioni critiche
Rinfrancata alquanto da queste parole, la ragazza baciò e ribaciò la genitrice, e chiestole perdono del suo linguaggio eccessivo di poco fa, consentì a mettersi a letto. Il conte Luca, tornando quel giorno dall'ufficio con la testa piena d'un finale di scacchi ch'egli aveva studiato sulla carta, trovò la moglie in cima alla scala e fu condotto da lei con gran mistero in un salottino appartato.
La contessa Zanze Rialdi piantò quindi le sue tende in palazzo Bollati tirandosi dietro anche il marito e la figliuola, a cui nessuno preparava più da colazione e da pranzo, giacchè la rispettiva moglie e genitrice non si fidava della donna di servizio, e da buona massaia stimava opportuno di non far nemmeno accendere il fuoco in cucina.
Di Maria, che in orribile abbandono Indicibil, divin serba decoro, Di Maria che, abbracciando il morto Figlio, Frena le amare lagrime in sul ciglio! Fra gli sparsi tempietti si divelle, Qual tra la prole sua la genitrice, Qual magnifica luna infra le stelle, Sommo Tempio che al loco appien s'addice.
Ma questo nonno, che lo mandava a chiamare, era infermo, e Aloise non poteva dimenticare che quello era il padre della sua genitrice, sebbene fosse stato nemico verso il suo sangue, come tanti altri padri della sua risma. Queste ragioni gli consigliarono di andare; e andò, per quanto poca voglia ne avesse. Da quell'animo generoso ch'egli era, fece anzi di più del suo debito.
Passato il bruciore della prima impressione, aveva risoluto di farsi animo, inghiottendo il boccone amaro, anzi mostrando d'infischiarsene, e c'era riuscito. Ma in quanto alla, genitrice... ah! ah! le preparava una magnifica sorpresa per quando l'Arcobaleno sarebbe stato in alto mare verso l'Equatore: un mucchio di debiti da pagare; e intanto si divertiva a tormentarla, a punzecchiarla.
E perchè, perchè si conserva, ora che le sorti di Roma sono di tanto cangiate? Ma, per Quirino e per Venere genitrice, chi è che li fa, questi forti Romani? Noi! Finora no. I nostri mariti trionfano in cocchio; noi andiamo umilmente a piedi.... e non c'è mica occasione di trionfi, per noi. Eh via, s'ha da credere?
Marzia! quel scellerato è tuo padre!» Essa ricadde per non più rialzarsi; e Marzia, presentendo la morte della genitrice, gettossi giù dal letto, abbrancossi alla defunta, le prodigò mille baci, e rimase su di lei svenuta! Cassandra! E guidava i nipoti, E l'amoroso apprendeva lamento Ai giovinetti.
È morta! gridò il giovanetto gettandosi a corpo perduto su quella misera, che nell'eccesso dello spasimo era caduta quasi esanime. Ei l'abbracciava pur pregando con queste parole il divino aiuto: Madre santissima, soccorrete la moribonda mia genitrice. E mescolava i singhiozzi alla preghiera. Essa palpita ancora: deh! voi che portaste nel seno il Creatore del mondo, abbiate piet
Oh come al dubbio che il figliuol le mora Trema se in lei fu reo qualche desìo, E perdono dimanda, e s'infervora, Promettendo al Signor viver più pio! I soli Angioli ponno anzi all'Eterno Sì ardente prego alzar, qual è il materno. Giorno di liete voci, ora felice, Quando sceman del pargolo i vagiti! Quand'ei cerca la dolce genitrice Con isguardi dal riso ingentiliti!
Parola Del Giorno
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