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Non volle scostarsi dal Po senza visitare anco una volta il mulino dei suoi educatori. Travisato, e in quell'arnese, a pena in sulle prime il riconobbero: fin il cagnuolo gli abbajò contro, come a un paltoniero, ma quando il ravvisarono, che gioja per quella buona gente, per Maso, e per la Nena principalmente, nel vederlo tornare dopo che non era male che non ne avessero temuto! La loro contentezza toccava nel più vivo l'anima affettuosa e passionata di Alpinolo; rifletteva: Se è tanta, in persone non legate a me se non dai benefizj fattimi, quanta sarebbe se fossero i miei veri genitori?.. come tripudierei se una volta raggiungessi quella somma delle felicit

Ora, possono i figli di questi nostri emigranti conoscere l'italiano, se non è noto nemmeno ai loro genitori? Certamente no. E mancando la lingua italiana manca loro la base dell'italianit

In quel momento duro stral pervenne, Colpo d'Astorgo, al Cavaliere Ispano; Astorgo in mezzo il petto il guardo tenne, E sciolse il dardo, e non lo sciolse in vano. Ch'al tergo il ferro, e sovra il sen le penne Fur del quadrel: Diego cadde sul piano, E rimembrando i genitori ei piange. Ma verso i Turchi favellava Alfange: LVI

Buon Gesù, che tanto bene voleste ai vostri genitori, vi sieno raccomandati i miei; benediteli, date loro pazienza nei travagli, forza nell'obbedienza, e la consolazione di veder crescere me quale essi desiderano nel timor vostro.

=Storia della signora Laurentini di Udolfo.= Era essa figlia unica ed erede dell'antica famiglia di Udolfo nel territorio di Venezia. Il primo infortunio della sua vita, e la vera sorgente di tutte le di lei sciagure fu che i suoi genitori, i quali avrebbero dovuto moderare la violenza delle sue passioni, ed insegnarle a regolarle, non fecero che fomentarle con una colpevole indulgenza.

Chi l'avrebbe sposata? proseguiva intanto la marchesa. Innanzi di crederla degna di entrare in una onorata famiglia, non si sarebbe voluto sapere il nome de' suoi genitori? E allorquando Maria timidamente notò che il segreto della sua nascita era chiuso in quella cassettina d'ebano portata via dalla casa Salvani nella sera del 29 giugno, la marchesa Lilla le aveva susurrato alle sbarre del parlatorio queste dolorose parole: Figlia mia (consentite che io vi chiami con questo nome poichè siete sola al mondo, e nessuna donna, pur troppo, sorger

Avresti torto a ogni modo, perchè un uomo non deve mai fare il tiranno, ma almeno potresti parlare. Invece il tuo contegno ti chiude la bocca, e puoi anzi ringraziare Lucilla e i suoi genitori se ti permettono ancora di bazzicar in casa loro.

È dovere sacrosanto de' genitori di vegliare sui figli loro, di consigliarli, di guidarli sul lubrico sentiero della vita. Essi non hanno esperienza, la loro mente è piena di poesia, vedono tutto color di rosa; perchè sono i primi passi che fanno nel mondo, perchè sono desiderosi di tutto vedere, di tutto gustare.

Su mille individui novecento e più cercano un impiego, e novecento genitori sono felicissimi quando lo trovano per i figli, poco importa se sia per fare il birro o l'usciere.

I miei genitori vi si erano sposati; vi ero stata battezzata e sposata io pure e molti sogni, molte aspirazioni indefinite vi avevano preso il volo insieme alle nuvole d'incenso e alle rose offerte alla Madonna. La conoscevo palmo per palmo, dalle pareti grigie al soffitto di legno e all'unico altare di stucco verdastro colle statue dei quattro apostoli.